Page 1096 - Shakespeare - Vol. 1
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Rammentate con chi avete a che fare:
una masnada di vagabondi, birbanti e transfughi,
una schiuma di Bretoni e di vili contadini parassiti
che il loro paese straziato vomita
per avventure temerarie e sicura distruzione.
A voi che dormite in pace, essi recano scompiglio;
voi possedete terre e siete allietati da belle mogli,
e costoro vorrebbero espropriarvi delle une e stuprare le altre.
E chi è che li guida se non un figuro spregevole,
mantenuto a lungo in Bretagna a spese di nostro fratello?
Uno smidollato! Uno che mai in vita sua
ha provato tanto freddo quanto i suoi scarponi da neve.
Ricacciamo questi sbandati a frustate di là dal mare,
spazziamo via a nerbate questi straccioni arroganti di Francia,
questi accattoni, affamati, stanchi di vivere -
che, non fosse stato il sogno di questa impresa insensata,
si sarebbero impiccati, miseri ratti, per mancanza di mezzi.
Se dobbiamo esser vinti, ci vincano degli uomini!
E non questi bastardi bretoni, che i nostri padri
hanno battuto sulla loro stessa terra, pestato e tartassato,
lasciandoli nella storia eredi della vergogna.
Dovranno costoro godersi le nostre terre? Giacere con le nostre spose?
Violentare le nostre figlie?
Tamburo in lontananza.
Udite, sento i loro tamburi.
Combattete, signori d’Inghilterra! Combattete, arditi cavalieri!
Tendete, arcieri, tendete i vostri archi alla cocca!
Spronate a fondo i vostri superbi cavalli, sino a farli sanguinare!
Spaurite il cielo con le vostre lance spezzate!
Entra un messo.
Che dice lord Stanley? Vuole o no portarmi le sue truppe?
MESSO
Monsignore, egli si rifiuta di venire.
RE RICCARDO
Si mozzi il capo al figlio George!
NORFOLK