Page 1087 - Shakespeare - Vol. 1
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troncano le formule cerimoniose dell’affetto
e lo scambio disteso di dolci espressioni,
su cui vorrebbero indugiare amici da tanto separati.
Dio ci conceda il tempo per questi riti d’amore.
Di nuovo, addio: sii prode e buona fortuna.
RICHMOND
Gentili signori, riaccompagnatelo al suo reggimento.
Malgrado i pensieri preoccupanti, io mi sforzerò di appisolarmi,
affinché il plumbeo sonno domani non mi schiacci,
proprio quando dovrei levarmi con ali vittoriose.
Ancora una volta, buona notte, gentili nobili e signori.
Escono [Stanley, Brandon, Oxford e Herbert].
[S’inginocchia]
O tu, di cui mi considero qui capitano,
contempla con occhio benevolo le mie forze;
metti loro in mano i ferri contundenti della tua ira,
che con grave colpo possano abbattersi
sugli elmi usurpatori dei nostri avversari;
fa’ di noi i ministri della tua punizione,
sicché possiamo lodarti nella vittoria.
Affido a Te la mia vigile anima
prima di chiudere le finestre degli occhi:
nel sonno e nella veglia, oh, difendimi, sempre!
[S’alza, si ritira nella tenda e si corica.] Dorme.
Entra lo spettro del giovane principe Edward, figlio d’Enrico VI.
SPETTRO DI EDWARD [Esce.]
a re Riccardo
Possa io domani opprimere col mio peso la tua anima.
Pensa a come mi pugnalasti a Tewkesbury
nel fior degli anni. Dispera, perciò, e muori.
A Richmond
Sta’ di buon animo, Richmond, poiché le anime offese
dei principi massacrati si battono per te.
La prole di re Enrico, Richmond, ti fa coraggio.
Entra lo spettro di re Enrico VI.