Page 1071 - Shakespeare - Vol. 1
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ELISABET T A
Tu stesso hai fatto uso malvagio di te stesso.
RE RICCARDO
Dunque, per Dio, allora...
ELISABET T A
Le tue offese a Dio superano tutte le altre:
se tu temessi d’infrangere un giuramento su di Lui,
la concordia che il Re mio marito aveva fondato
non l’avresti infranta, né i miei fratelli sarebbero morti;
se avessi temuto d’infrangere un giuramento su di Lui,
il diadema imperiale che ora ti cerchia la testa
avrebbe ornato le delicate tempie di mio figlio
ed ambedue i principi sarebbero qui vivi e spiranti,
mentre ora la tua fede infranta li ha dati -
troppo teneri compagni di letto per la polvere - in pasto ai vermi.
Su che cosa puoi giurare ormai?
RE RICCARDO
Sul tempo a venire!
ELISABET T A
Che tu hai oltraggiato nel tempo trascorso:
giacché a me stessa rimangono tante lacrime da asciugare
in avvenire, per il tempo passato da te offeso.
Son vivi i figli dei quali hai trucidato i genitori,
orfani privi di sostegno, per lamentarli in vecchiaia;
son vivi i genitori dei quali hai massacrato i figli,
vetuste, sterili piante, per lamentarli in vecchiaia.
Non giurare per il tempo a venire, perché ne hai fatto un uso malvagio,
prima ancora di usarlo, nel tempo malvagiamente usato in passato.
RE RICCARDO
Quant’è vero che intendo prosperare nel mio ravvedimento,
possa aver successo nella mia pericolosa impresa contro le armi
nemiche!
Ch’io sia la rovina di me stesso!
Dio e la fortuna mi interdicano ore di felicità!
Giorno, non concedermi la tua luce, né, notte, il tuo riposo!