Page 1057 - Shakespeare - Vol. 1
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e faccia sì che ella tenga compagnia agli altri sul banco dei lamenti.
DUCHESSA
Oh moglie d’Enrico, non esultare dei miei affanni.
Dio mi sia testimone che ho pianto per i tuoi.
MARGHERIT A
Abbi pazienza con me: sono affamata di vendetta
ed ora mi sazio dello spettacolo.
Il tuo Edoardo è morto che uccise il mio Edoardo;
morto è anche l’altro tuo Edoardo, per ripagare il mio Edoardo;
il piccolo York è soltanto una aggiunta, perché tutt’e due assieme
non pareggiavano l’alta perfezione di ciò che io ho perso.
Il tuo Clarence è morto, che pugnalò il mio Edoardo;
e gli spettatori di questo dramma forsennato,
l’adultero Hastings, Rivers, Vaughan, Grey,
anzitempo soffocati nelle loro cupe tombe.
È ancora vivo Riccardo, il tenebroso emissario dell’inferno,
riservato unicamente, come suo agente, per comprare anime
e spedirle laggiù. Ma presto, presto,
seguirà la sua fine misera e illacrimata.
La terra si spalanca, arde l’inferno, i diavoli ululano, i santi pregano
affinché egli sia d’improvviso trascinato via di qui.
Annulla, Dio caro, ti prego, il patto che lo lega alla vita,
in modo che io possa dire, ancora viva, «il cane è morto».
ELISABET T A
Oh, tu mi predicesti che sarebbe venuta l’ora in cui avrei
desiderato che mi aiutassi a maledire
quel ragno tumefatto, quel sozzo rospo gobbo.
MARGHERIT A
Ti chiamai allora vano orpello della mia fortuna,
misera ombra, regina dipinta. Ti chiamai allora
semplice riflesso di ciò ch’io ero stata;
prologo lusinghiero d’uno spettacolo orrendo;
una issata in alto per esser scaraventata giù;
madre per beffa di due leggiadri bimbi;
sogno di ciò che fosti; insegna sgargiante
destinata a diventare il bersaglio di ogni micidiale proiettile;