Page 1056 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1056
somma e testimonianza succinta di giorni nefasti,
[sedendosi]
quieta la tua inquietudine sul suolo leale d’Inghilterra
slealmente ubriacato di sangue innocente.
ELISABET T A
Ah, se tu, terra, potessi offrirmi subito una tomba,
come mi fornisci un malinconico sedile,
allora vi nasconderei le mie ossa, non le riposerei qui.
[Sedendosi]
Ah, chi se non noi ha motivo di lamentarsi?
MARGHERIT A
Se un dolore antico è più venerando,
concedete al mio il diritto di priorità
e consentite ai miei affanni di esibire per primi il loro corruccio.
Se il dolore può ammettere compagnia
rifate il conto dei vostri guai, contemplando i miei.
Avevo un Edoardo, finché Riccardo non l’uccise;
avevo un marito, finché Riccardo non l’uccise;
tu avevi un Edoardo, finché Riccardo non l’uccise;
tu avevi un Riccardo, finché un Riccardo non l’uccise.
DUCHESSA
Anch’io avevo un Riccardo, e tu l’hai ucciso;
avevo anche un Rutland: tu hai concorso ad ucciderlo.
MARGHERIT A
Tu avevi un Clarence, e Riccardo l’ha ucciso.
Dalla tana del tuo grembo è strisciato fuori
un segugio infernale che a noi tutti dà la caccia mortale;
quel cane, che ebbe i denti prima di aprir gli occhi,
per azzannare gli agnelli e succhiare il loro dolce sangue;
quell’impareggiabile, supremo tiranno della terra
che regna sotto gli occhi infiammati di anime piangenti;
quel turpe sfregiatore della divina creazione,
fu il tuo grembo a sguinzagliarlo, perché ci inseguisse fino alla tomba.
Oh, Dio retto, giusto ed esatto dispensatore,
come ti ringrazio che questo cagnaccio carnivoro
strazi la prole del corpo di sua madre