Page 550 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Riccioli        ammise          chiaramente          che       respingeva          il
                copernicanesimo  per  obbedienza  verso  Roma,  non  perché  la

                fede  cattolica  lo  obbligasse  a  farlo.  Non  costituiva,  cioè,
                un’eresia.  Nell’Almagestum  novum  aveva  dichiarato,  con  il

                permesso dei propri superiori, che il Sant’Uffizio da solo non
                aveva l’autorità di dichiarare alcunché un’eresia o un articolo di

                fede:  solo  il  papa  o  il  concilio,  con  l’approvazione  del  papa

                stesso, poteva vincolare in questo modo la Chiesa. «Non è una
                questione di fede che il Sole si muova e che la Terra rimanga

                ferma in forza del decreto della congregazione; al massimo, lo è
                in  forza  delle  Sacre  Scritture,  per  coloro  per  i  quali  è

                moralmente  evidente  che  questo  è  quanto  Dio  ha  rivelato».
                Ciononostante, prudenza e obbedienza obbligavano i cattolici a

                osservare  il  decreto,  «o  almeno  ad  astenersi  dall’insegnare
                alcunché  contrario  a  esso»           151 .  Eppure,  «piú  uno  si  immerge

                nell’ipotesi  copernicana,  maggiore  sarà  l’ingegnosità  e  la
                preziosa  sottigliezza  che  potrà  scoprire».  Se  solo  Copernico

                avesse  presentato  la  propria  teoria  ex  suppositione!  Lo  stesso
                valeva  per  Galileo,  «un  matematico  di  immense  capacità  e

                incredibilmente  abile  in  astronomia:  sarebbe  stato  ancora  piú
                grande  se  avesse  avanzato  l’opinione  di  Copernico  come  una

                semplice ipotesi»        152 .

                    Durante la seconda fase, tra il 1670 e il 1710, gli astronomi
                cattolici  si  guadagnarono  il  diritto  di  insegnare  e  perfino  di

                sviluppare  la  teoria  copernicana  se  vi  si  riferivano
                esplicitamente e ripetutamente come a un’ipotesi. Scrittori piú

                audaci,  come  il  gesuita  Honoré  Fabri,  riallacciandosi
                all’illustrazione,  da  parte  di  Riccioli,  del  fatto  che  il

                copernicanesimo non era una teoria eretica, ipotizzarono che i
                decreti contro di essa discendessero da prudenza e sorpresa, e

                che sarebbero stati corretti con l’avanzare della conoscenza                         153 .
                La censura consentí la foglia di fico del procedimento per via

                ipotetica:  nel  1685  il  maestro  del  Sacro  Palazzo  riferí  ai
                cardinali  del  Sant’Uffizio  di  aver  richiesto  l’aggiunta  delle
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