Page 547 - Galileo. Scienziato e umanista.
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l’aria quelle cattive; premia, almeno con la gratitudine, quanti lo
aiutano; mantiene scrupolosamente le promesse e onora la
parola data; rifiuta la sordida avarizia e i guadagni illeciti; dona
con saggezza e fa un uso onesto della ricchezza guadagnata
onestamente» 145 . Sembra che Viviani abbia confuso le
aspirazioni con i risultati effettivamente conseguiti, gli ideali
con le realizzazioni concrete, e Galileo con l’Uomo della
Galilea.
4. Fine della vicenda?
4.1. Via dall’Indice.
Ci volle tempo perché l’incertezza circa lo statuto di eresia
del copernicanesimo venisse risolta: circa duecento anni. Un
testo di routine, scritto da un professore di matematica
dell’Università di Roma, Giuseppe Settele, fece precipitare la
situazione. Nel 1820 Settele inviò un libro di moderna
astronomia eliocentrica alla censura romana. Il maestro del
Sacro Palazzo, Filippo Anfossi, rifiutò di concedere
l’autorizzazione alla stampa, ritenendolo eretico. Con l’aiuto di
persone ansiose di vedere esplodere la situazione, Settele fece
appello al papa, Pio VII, nella cui persona la Chiesa aveva
sofferto l’umiliazione dell’incarcerazione da parte di
Napoleone. Il papa girò la rimostranza alla Congregazione
dell’Indice, che concesse l’imprimatur, e al Sant’Uffizio, che
informarono il Maestro che con «contraria alle Scritture» i
vecchi inquisitori non intendevano «contraria alla fede», ma
«opposta alla lettura tradizionale delle Scritture». Preoccupato
piú per la propria anima che per il proprio lavoro, Anfossi
protestò contro le scoperte delle due congregazioni e rifiutò di
concedere l’imprimatur a meno di ricevere un ordine
direttamente dal papa. Questo portò alla soluzione del problema
se l’eresia di cui Galileo era stato sospettato fosse il