Page 540 - Galileo. Scienziato e umanista.
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nipotine e un nipote, la cognata e la libertà – avrebbero fatto
spargere una lacrima anche a Torquemada. A illuminare i giorni
del suo imbrunire rimanevano, del suo nucleo famigliare, il
figlio Vincenzo, sua moglie e i suoi figli, e la figlia lontana,
suor Angelica. Vincenzo condivideva col padre l’interesse per i
dispositivi meccanici e per la poesia. Conosciamo già un frutto
di questa alleanza, il primo orologio a pendolo semipratico; un
altro fu l’incontro tra Galileo e Milton. Il poeta inglese aveva
partecipato alle riunioni di un’associazione letteraria a Firenze,
di cui faceva parte anche Vincenzo; con lui come intermediario,
Milton soddisfece il proprio desiderio di vedere il celebre
personaggio che non era piú in grado di vedere «il Galileo
stellato con le sue sofferenze», «il famoso Galileo, ormai
vecchio, divenuto prigioniero dell’Inquisizione, perché avea
pensato, in astronomia, diversamente da come pensavano i suoi
censori francescani e domenicani» 128 .
Sebbene prigioniero, Galileo poteva ricevere visite – anche
eretici, ammesso che non fossero matematici – e ospitare
persone per una notte o per periodi piú lunghi. Viviani rimase
per quasi tre anni; Marco Ambrogetti, il traduttore latino, per
venti mesi; Torricelli per tre mesi; e monaci piaristi, Clemente
Settimi e i suoi colleghi, messi a disposizione di Galileo per
ordine diretto del loro Generale, rimasero con lui quando aveva
bisogno di loro. Il frate olivetano Vincenzo Renieri, che
aggiornò i calcoli per il metodo della longitudine di Galileo, gli
fece visita frequentemente per conversare e fare calcoli 129 . Nel
gennaio del 1637 il poeta Giovanni Carlo Coppola divertí
Galileo leggendogli la propria commedia Le nozze degli dei,
messa in scena piú tardi in quello stesso anno in occasione del
matrimonio di Ferdinando II 130 . Castelli si fermò da Galileo
alcune volte per conto dei benedettini o dei Barberini, ma
soltanto dopo aver inoltrato una speciale supplica per ottenere il
permesso: era troppo vicino a Galileo, intellettualmente e
affettivamente, perché Urbano fosse tranquillo.