Page 539 - Galileo. Scienziato e umanista.
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rispettivamente gli equimultipli della seconda e quarta, oppure
                siano  sempre  uguali,  oppure  facciano  insieme  difetto  presi  in

                ordine corrispondente». Le persone si sono spaccate la testa per
                23 secoli sul significato e l’utilità di questa formulazione                   124 .

                    Salviati chiarisce la definizione introducendo il concetto di
                «alquanto  maggiore  [o  minore]  di  quello  che  ella  dovrebbe

                essere».  Cosí,  se  a  è  solo  un  po’  piú  grande  del  necessario

                perché  a:b  =  c:d,  allora  xa:xb  >  yc:yd  e  xa:yb  >  xc:yd;  che
                Salviati,  con  una  piccola  reductio  ad  absurdum,  dimostra

                equivalente           alla       definizione          di      Euclide.          Poiché
                l’argomentazione  soddisfa  Simplicio,  dovrebbe  risultare  ovvia

                anche per il lettore        125 . Galileo dettò questo passo a Torricelli,
                che arrivò ad Arcetri nell’ottobre del 1641, direttamente dalle

                mani del «nostro intrepido Mecenate», del «vostro dottissimo, e
                famosissimo Ciampoli». Con l’arrivo di Torricelli, Galileo ebbe

                la fortuna di cui godono solitamente soltanto le famiglie reali, di
                avere  due  generazioni  dei  propri  successori  che  vivevano  con

                lui  sotto  lo  stesso  tetto     126 .  Torricelli  divenne  matematico  alla
                corte di Ferdinando II poco dopo la morte di Galileo. Alla sua

                morte  prematura,  nel  1647,  all’età  di  39  anni,  Viviani  gli
                successe  per  diritto  di  nascita,  conservando  il  posto  fino

                all’inizio del XVIII secolo.



                    3.2. Il corpo.

                    Nel  1634  le  truppe  spagnole  portarono  la  peste  a  Monaco.

                Morirono diecimila persone, tra le quali la cognata di Galileo e
                quattro dei suoi figli. Quella che era stata la famiglia numerosa

                di Michelangelo si ridusse ai due nipoti di Galileo, Vincenzo e
                Albert(in)o. Galileo li invitò ad Arcetri, facendo avere loro del

                denaro  per  tramite  di  Micanzio.  Prima  di  ricevere  l’invito
                Albertino  scrisse  descrivendo  la  brutta  situazione  in  cui  si

                trovavano: «mi ha fatto lagrimare nel leggere», scrisse Galileo a
                Micanzio      127 .  Le  perdite  subite  da  Galileo  nel  1634  –  Maria

                Celeste,  la  sua  figlia  piú  cara  e  la  sua  amica  piú  tenera,  tre
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