Page 533 - Galileo. Scienziato e umanista.
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valetudinario  vecchio  e  cieco.  Alcuni  riguardavano  le
                osservazioni  astronomiche,  altri  la  meccanica,  altri  ancora

                domande fondamentali. Esempi da ognuna di queste categorie
                indicano  come  Galileo  continuò  a  tenere  in  moto,  o  piuttosto

                non  riuscí  a  fermare  il  proprio  «inquieto  cervello»  nei  lunghi
                anni  del  suo  tramonto           110 :  «io  non  cess[o]  del  tutto  dalle

                specolazioni  […]  se  bene  con  notabile  danno  della  sanità,

                poiché,  aggiunte  queste  alle  molte  altre  perturbazioni  che  mi
                molestano,  mi  tolgono  il  sonno,  con  accrescimento  della

                notturna malinconia»          111 .
                    Subito dopo questa triste confidenza, Galileo riferí al proprio

                corrispondente,  Micanzio,  di  aver  «scoperta  una  assai
                maravigliosa osservazione nella faccia della luna». Per secoli gli

                osservatori hanno sempre notato come la Luna rivolga sempre
                verso di noi esattamente la stessa faccia. «[I]l che trovo io non

                esser vero»: gira leggermente in tutti i modi possibili, a sinistra
                e  a  destra,  in  alto  e  in  basso,  di  lato,  attorno  alla  retta  che

                congiunge il suo centro con quello della Terra. Incredibilmente,
                queste oscillazioni avevano periodi diversi: giornalieri, mensili

                                                                   ma
                e annuali. «Or che dirà la P. V. Rev.  nel confrontare questi tre
                periodi lunari con li tre periodi diurno, mestruo et annuo de i

                movimenti del mare, de i quali, per comune consenso di tutti, la

                luna è arbitra e sopraintendente?» Queste intuizioni lasciarono
                Micanzio  perplesso:  nel  Dialogo,  infatti,  Salviati  aveva  già

                richiamato  l’attenzione  sul  periodo  giornaliero  della
                «librazione»  lunare  riferendola,  correttamente,  alla  parallasse:

                un osservatore sulla Terra guarda margini leggermente diversi
                della  Luna  quando  questa  si  alza  e  tramonta,  e  soltanto  se  e

                quando essa passa allo zenit dell’osservatore questi può vedere
                esattamente  ciò  che  vedrebbe  l’osservatore  ideale  posto  al

                centro  della  Terra      112 .  Ma  ora  Galileo  voleva  utilizzare  queste
                osservazioni  per  dare  maggiore  plausibilità  alla  propria

                (condannata) teoria delle maree: la Luna libra effettivamente in
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