Page 531 - Galileo. Scienziato e umanista.
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inquisitore di Firenze, Giovanni Muzzarelli, venne a sapere
della vicenda. Agli agenti delle Province Unite dovrebbe essere
permesso fare visita a Galileo? Muzzarelli scrisse al cardinal
Antonio Barberini per avere istruzioni. La risposta fu: consenti
la visita solo se i rappresentanti sono cattolici, provenienti da un
Paese cattolico, e comunque sotto il vincolo che non ci sia
alcuna discussione de motu terrae et stabilitate caeli. Galileo
capí l’antifona e respinse la visita e il dono, al posto del quale
ricevette una parola di encomio dal cardinale. L’inquisitore non
riuscí a capire se Galileo si era comportato cosí bene per paura
del pericolo di violare l’ultimo ordine o perché non aveva
ancora perfezionato l’invenzione. Non aveva molte probabilità
di riuscire nell’impresa, a parere dell’inquisitore, «ritrovandosi
egli totalmente cieco e piú con la testa nella sepoltura che con
l’ingegno ne’ studii matematici» 105 . Galileo chiese a Diodati di
dire a Ortensio di non disturbarsi a venire, «ché quando gli
succedesse il trovarmi vivo (il che non credo), mi troverebbe del
tutto impotente a dargli minima sodisfazione». «Pur anche in
tanta avversità m’acquieto, già che vana temerità sarebbe il
voler contrastare alla necessità del destino» 106 .
Galileo aveva fatto bene i conti: l’universo non avrebbe
sopportato il suo modo di condurre la propria vita, ma non
aveva calcolato bene le molte vie del destino. A chiudere una
volta per tutte la questione non fu la sua morte, ma quelle dei
commissari assegnati a valutare il suo metodo, Ortensio e
l’ammiraglio Lorenzo Reael, di lingua italiana. Galileo cercò di
tenerla ancora aperta, incaricando il nuovo professore di
matematica a Pisa, Vincenzo Renieri, «di fresca età, di buona
complessione, d’acutissima vista», di osservare le lune e di
calcolare le effemeridi, e invitando gli olandesi a continuare le
trattative attraverso il loro ambasciatore a Venezia. Con il
consueto ottimismo Micanzio prese in mano la situazione: «La
suplico disponersi di godere essa ancora vivente la gloria di cosí
miracolosa inventione, et tenere per fermo che questa è