Page 682 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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questo  stato  gli  additamenti  e  suttrazioni  non  si  misurano  più  nel
          diametro  DE,  come  prima  si  fece,  perché,  non  si  distendendo  tal

          diametro secondo la linea del moto annuo HL, anzi segandola ad angoli
          retti,  niente  promuovono  o  detraggono  essi  termini  D,  E;  ma  gli

          additamenti e suttrazioni s’hanno a prendere da quel diametro che cade
          nel piano eretto al piano dell’orbe magno e che lo sega secondo la linea

          HL, il qual diametro sarà adesso questo GF: ed il moto addiettivo, per
          così dire, sarà il fatto dal punto G per il mezzo cerchio GEF, e l’ablativo

          sarà il restante, fatto per l’altro mezo cerchio FDG. Ora questo diametro,
          per non esser nella medesima linea HL del moto annuo, anzi perché la
          sega, come si vede, nel punto I, restando il termine G elevato sopra ed F

          depresso sotto il piano dell’orbe magno, non determina gli additamenti e
          suttrazioni secondo tutta la sua lunghezza; ma devesi la quantità di quelli

          prendere  dalla  parte  della  linea  HL  che  rimane  intercetta  tra  le
          perpendicolari tirate sopra di lei da i termini G, F, quali sono queste due
          GS, FV: sì che la misura de gli additamenti è la linea SV, minore della

          GF o vero della DE, che fu la misura de gli additamenti nel solstizio A.
          Secondo  poi  che  si  costituirà  il  centro  della  Terra  in  altri  punti  del

          quadrante AI, tirando le tangenti in essi punti e le perpendicolari sopra
          esse cadenti da i termini de i diametri dell’equinoziale segnati da i piani

          eretti per esse tangenti al piano dell’orbe magno, le parti di esse tangenti
          (che  saranno  sempre  minori  verso  gli  equinozii  e  maggiori  verso  i

          solstizii) ci daranno le quantità de gli additamenti e suttrazioni. Quanto
          poi differischino i minimi additamenti da i massimi, è facile a sapersi,
          perché tra essi è la differenza medesima che tra tutto l’asse o diametro

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          della  sfera  e  la  parte  di  esso  che  resta  tra  i  cerchi  polari,   la  quale  è
          minor di tutto ’l diametro la duodecima parte prossimamente, intendendo
          però de gli additamenti e suttrazioni fatte nell’equinoziale; ma negli altri
          paralleli son minori, secondo che i lor diametri si vanno diminuendo.

          Questo è quanto io posso dirvi in questa materia e quanto per avventura
          può  comprendersi  sotto  una  nostra  cognizione,  la  quale,  come  ben

          sapete,  non  si  può  aver  se  non  di  quelle  conclusioni  che  son  ferme  e
          costanti,  quali  sono  i  tre  periodi  in  genere  de’  flussi  e  reflussi,  come

          quelli che dependono da cause invariabili, une ed eterne. Ma perché con
          queste  cagion  primarie  ed  universali  si  mescolano  poi  le  secondarie  e

          particolari,  potenti  a  far  molte  alterazioni,  e  sono,  queste  secondarie,
          parte  inosservabili  ed  incostanti,  qual  è,  per  esempio,  l’alterazion  de  i





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