Page 679 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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solo in apparenza del Sole, ma in realtà della Terra accompagnata dalla
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          Luna,  ciò non è stato sin qui osservato, né forse ricercato. Della Luna
          poi, le cui restituzioni sono state investigate principalmente in grazia de

          gli eclissi, per i quali basta aver esatta cognizione del moto suo intorno
          alla Terra, non si è parimente con intera curiosità ricercato qual sia il suo
          progresso  per  gli  archi  particolari  del                    Moto della Luna

          zodiaco.  Che  dunque  la  Terra  e  la  Luna
                                                                          ricercato principalmente
          nello  scorrer  per  il  zodiaco,  cioè  per  la                in grazia de

          circonferenza dell’orbe magno, si accelerino
                                                                          gli eclissi.
          alquanto  ne’  novilunii  e  si  ritardino  ne’

          plenilunii, non deve mettersi in dubbio perché tal inegualità non si sia
          manifestata: il che per due ragioni è accaduto; prima, perché non è stata

          ricercata; secondariamente poi, perché ella può essere non molto grande.
          Né  molto  grande  fa  di  bisogno  che  ella  sia  per  produr  l’effetto  che  si
          vede nell’alterazione delle grandezze de i flussi e
                                                                                Flussi e reflussi son
          reflussi,  perché  non  solamente  tali  alterazioni,                 piccolissime cose,
          ma  gli  stessi  flussi  e  reflussi,  son  piccola  cosa
                                                                                rispetto alla vastità
          rispetto  alla  grandezza  de’  suggetti  in  cui  si                 de’ mari ed alla
          esercitano, ancor che rispetto a noi ed alla nostra
                                                                                velocità del moto del
          piccolezza  sembrino  cose  grandi.  Imperocché                       globo terrestre.
          l’aggiugnere o scemare un grado di velocità dove

          ne sono naturalmente 700 o 1000, non si può chiamar grande alterazione
          né in chi lo conferisce né in chi lo riceve: l’acqua del mar nostro, portata
          dalla vertigine diurna, fa circa 700 miglia per ora (che è il moto comune

          alla  Terra  ed  ad  essa,  e  però  impercettibile  a  noi);  quello  che  nelle
          correnti  ci  si  fa  sensibile,  non  è  di  un  miglio  per  ora  (parlo  nel  mare

          aperto, e non ne gli stretti), e questo è quello che altera il movimento
          primo, naturale e magno: e tale alterazione è assai rispetto a noi ed a i
          navilii,  perché  a  un  vassello  che  dalla  forza  de  i  remi  ha  di  fare

          nell’acqua  stagnante,  v.  g.,  3  miglia  per  ora,  in  quella  tal  corrente
          dall’averla  in  favore  all’averla  contro  importerà  il  doppio  del  viaggio;

          differenza  notabilissima  nel  moto  della  barca,  ma  piccolissima  nel
          movimento del mare, che viene alterato per la sua settecentesima parte.

          L’istesso dico dell’alzarsi ed abbassarsi uno due o tre piedi, ed a pena
          quattro o cinque nell’estremità del seno lungo due mila o più miglia e

          dove  sono  profondità  di  centinaia  di  piedi:  questa  alterazione  è  assai
          meno,  che  se,  in  una  delle  barche  che  conducon  l’acqua  dolce,  essa





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