Page 677 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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acque.
          SAGR. Se a uno che non avesse cognizione di veruna sorte di scale fusse

          mostrata  una  torre  altissima,  e  domandatogli  se  gli  desse  l’animo
          d’arrivare alla sua suprema altezza, credo assolutamente che direbbe di

          no, non comprendendo che in altro modo che co ’l volare vi si potesse
          pervenire; ma mostrandosegli una pietra non più alta di mezo braccio ed

          interrogandolo se sopra quella credessi di poter montare, son certo che
          risponderebbe di sì, ed anco non negherebbe che non una sola, ma 10, 20

          e  100  volte,  agevolmente  salir  vi  potrebbe:  per  lo  che,  quando  se  gli
          mostrassero  le  scale,  co  ’l  mezo  delle  quali,  con  l’agevolezza  da  lui
          conceduta, si poteva pervenire colà dove poco fa aveva affermato esser

          impossibile di arrivare, credo che, ridendo di sé stesso, confesserebbe il
          suo  poco  avvedimento.  Voi,  Sig.  Salviati,  mi  avete  di  grado  in  grado

          tanto soavemente guidato, che non senza meraviglia mi trovo giunto con
          minima fatica a quell’altezza dove io credeva non potersi arrivare; è ben
          vero  che,  per  esser  stata  la  scala  buia,  non  mi  sono  accorto  d’essermi

          avvicinato  né  pervenuto  alla  cima  se  non  dopo  che,  uscendo  all’aria
          luminosa, ho scoperto gran mare e gran campagna: e come nel salire un

          grado non è fatica veruna, così ad una ad una delle vostre proposizioni
          mi  son  parse  tanto  chiare,  che,  sopraggiugnendomi  poco  o  nulla  di

          nuovo,  piccolo  o  nulla  mi  sembrava  essere  il  guadagno;  onde  tanto
          maggiormente si accresce in me la maraviglia per l’inopinata riuscita di

          questo discorso, che mi ha scorto all’intelligenza di cosa ch’io stimava
          inesplicabile. Una difficultà mi rimane solamente, dalla quale desidero di
          esser liberato; e questa è, che se ’l movimento della Terra insieme con

          quel  della  Luna  sotto  ’l  zodiaco  sono  irregolari,  dovrebbe  tale
          irregolarità essere stata osservata e notata dagli astronomi, il che non so

          che sia seguito: però voi, che più di me sete di queste materie informato,
          liberatemi dal dubbio, e ditemi come sta il fatto.

          SALV.  Molto  ragionevolmente  dubitate:  ed  io
                                                                                    Molte cose posson
          all’instanza  rispondendo,  dico  che  benché                             restare ancora in

          l’astronomia  nel  corso  di  molti  secoli  abbia  fatto
                                                                                    astronomia non
          gran  progressi,  nell’investigar  la  constituzione  e  i                osservate.
          movimenti de i corpi celesti, non però è ella sin qui

          arrivata a segno tale, che moltissime cose non restino indecise, e forse
          ancora molt’altre occulte. È da credere che i primi osservatori del cielo

          non  conoscessero  altro  che  un  moto  comune  a  tutte  le  stelle,  quale  è
          questo diurno: crederò bene che in pochi giorni si accorgessero che la



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