Page 669 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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contenenti l’acqua esser causa primaria de i flussi e reflussi; adunque
bisogna che tal difformità di tempo in tempo corrispondentemente si
difformi più, cioè si faccia maggiore e minore. Ora convien che ci
ricordiamo come la difformità, cioè la diversa velocità di moto de i vasi,
cioè delle parti della superficie terrestre, depende dal muoversi loro del
movimento composto resultante dall’accoppiamento de i due moti annuo
e diurno proprii dell’intero globo terrestre; de i quali la vertigine diurna,
co ’l suo ora aggiugnere ed or detrarre al movimento annuo, è quella che
produce la difformità nel moto composto; talché ne gli additamenti e
suttrazioni che fa la vertigine diurna al moto annuo, consiste l’originaria
cagione del moto difforme dei vasi, ed in conseguenza del flusso e
reflusso: in guisa tale, che quando questi additamenti e suttrazioni si
facesser sempre con la medesima proporzione verso ’l moto annuo,
continuerebbe ben la causa del flusso e reflusso, ma però di farsi
perpetuamente nell’istesso modo. Ma noi abbiam bisogno di trovar la
cagione del farsi i medesimi flussi e reflussi, in
Alterazioni mestrue
diversi tempi, maggiori e minori; adunque ed annue de’ flussi
bisogna (se vogliamo ritener l’identità della
e reflussi non posson
causa) ritrovar alterazione in questi additamenti dependere da altro
e suttrazioni, che gli faccia più e meno potenti
che dall’alterazione
nel produr quelli effetti che da loro dependono. degli additamenti e
Ma tal potenza ed impotenza non veggo che si
suttrazioni del
possa indurre se non co ’l fare i medesimi periodo diurno sopra
additamenti e suttrazioni or maggiori ed or
l’annuo.
minori, sì che l’accelerazione e ’l ritardamento
del moto composto si faccia or con maggiore ed or con minor
proporzione.
SAGR. Io mi sento molto placidamente guidar per mano; e benché io non
trovi intoppi per la strada, tuttavia, a guisa di cieco, non veggo dove la
vostra scorta mi conduca, né so immaginarmi dove tal viaggio abbia a
terminare.
SALV. Ancorché gran differenza sia tra ’l mio lento filosofare e il vostro
velocissimo discorso, tuttavia in questo particolare, che ora abbiamo alle
mani, non voglio maravigliarmi che la perspicacità del vostro ingegno
resti ancora offuscata dalla caligine alta ed oscura che ci nasconde il
termine al quale noi camminiamo: e cessa la mia maraviglia nel
rimembrarmi quant’ore, quanti giorni, e più quante notti, abbia io
trapassate in questa specolazione, e quante volte, disperato di poterne
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