Page 667 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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’l  flusso  e  reflusso.  Imperocché,  essendo  che  da  una  causa  una  ed
          uniforme non può seguire altro che un effetto solo ed uniforme, quello

          che  nell’acqua  si  devrebbe  scorgere,  sarebbe  un  corso  continuato  ed
          uniforme  da  levante  verso  ponente,  ed  in  quel  mare  solamente  che,

          ritornando in sé stesso, circonda tutto ’l globo; ma ne i mari terminati,
          come è il Mediterraneo, racchiuso da oriente, non vi potrebbe esser tal

          moto,  perché  se  l’acqua  sua  potesse  esser  cacciata  dal  corso  del  cielo
          verso occidente, son molti secoli che sarebbe restato asciutto: oltre che la

          nostra acqua non corre solamente verso occidente, ma ritorna in dietro
          verso levante, e con periodi ordinati. E se ben voi dite, con l’esempio de
          i  fiumi,  che  benché  il  corso  del  mare  fusse  originariamente  il  solo  da

          oriente  in  occidente,  tuttavia  la  diversa  postura  de  i  lidi  può  far
          ringurgitare parte dell’acqua in dietro, ciò vi concedo; ma bisogna, Sig.

          Simplicio  mio,  che  voi  avvertiate,  che  dove  l’acqua  per  tal  cagione
          ritorna in dietro, vi ritorna perpetuamente, e dove ella corre a dirittura, vi
          corre sempre nell’istesso modo, ché così vi mostra l’esempio de i fiumi;

          ma nel caso del flusso e reflusso, bisogna trovare e produr ragione di far
          che nell’istesso luogo ora corra per un verso ed ora per l’opposito, effetti

          che,  essendo  contrarii  e  difformi,  voi  non  potrete  mai  dedurre  da  una
          causa uniforme e costante. E questo con che s’atterra questa posizione

          del  moto  contribuito  al  mare  dal  movimento  diurno  del  cielo,  abbatte
          ancora quella di chi volesse ammetter il moto solo diurno della Terra, e

          credesse con quello solo poter render ragione del flusso e reflusso; del
          qual  effetto,  perché  è  difforme,  bisogna  necessariissimamente  che
          difforme ed alterabile sia la cagione.

          SIMP. Io non ho che replicare, né del mio proprio, per la debolezza del
          mio ingegno, né di quel d’altri, per la novità dell’opinione; ma crederei

          bene,  che  quando  la  si  spargesse  per  le  scuole,  non  mancherebbero
          filosofi che la saprebbero impugnare.

          SAGR. Aspetteremo dunque una tale occasione: e noi tra tanto, se così vi
          piace, Sig. Salviati, procederemo avanti.

                                         SALV.  Tutto  quello  che  sin  qui  si  è  detto,
            Le alterazioni negli
            effetti arguiscono           appartiene al periodo diurno del flusso e reflusso,
                                         del quale prima si è dimostrata in genere la cagion
            alterazione nelle
            cause.                       primaria ed universale, senza la quale nulla di tale
                                         effetto seguirebbe; di poi, passando a gli accidenti

          particolari, varii ed in certo modo sregolati, che in esso si osservano, si
          son  trattate  le  cause  secondarie  e  concomitanti,  onde  essi  dependono.



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