Page 673 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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appesi a corde più brevi fare lor vibrazioni sotto più brevi tempi, come
quelli che si muovono per cerchi minori. Ma più: attacchisi un tal peso a
una corda la quale cavalchi un chiodo fermato nel palco, e voi tenete
l’altro capo della corda in mano, ed avendo data l’andata al pendente
peso, mentre ei va facendo sue vibrazioni, tirate il capo della corda che
avete in mano, sì che il peso si vadia alzando; vedrete nel suo sollevarsi
crescer la frequenza delle sue vibrazioni, come quelle che si vanno
facendo continuamente per cerchi minori. E qui
Due particolari
accidenti, notabili ne voglio che notiate due particolari, degni d’esser
saputi. Uno è, che le vibrazioni di un tal pendolo
i pendoli e loro
si fanno con tal necessità sotto tali determinati
vibrazioni.
tempi, che è del tutto impossibile il fargliele far
sotto altri tempi, salvo che con allungargli o abbreviargli la corda: del
che potete anco di presente con l’esperienza accertarvi, legando un sasso
a uno spago e tenendo l’altro capo in mano, tentando se mai, per
qualunque artifizio si usi, vi possa succedere di farlo andare in qua ed in
là sotto altro che un determinato tempo, fuor che con allungare o scorciar
lo spago; che assolutamente vedrete essere impossibile. L’altro
particolare, veramente maraviglioso, è che il medesimo pendolo fa le sue
vibrazioni con l’istessa frequenza, o pochissimo e quasi insensibilmente
differente, sien elleno fatte per archi grandissimi o per piccolissimi
dell’istessa circonferenza. Dico che se noi rimoveremo il pendolo dal
perpendicolo uno, due o tre gradi solamente, o pure lo rimuoveremo 70,
80, ed anco sino a una quarta intera, lasciato in sua libertà farà nell’uno e
nell’altro caso le sue vibrazioni con la medesima frequenza, tanto le
prime, dove ha da muoversi per un arco di 4 o 6 gradi, quanto le
seconde, dove ha da passare archi di 160 o più gradi: il che più
manifestamente si vedrà con sospender due pesi eguali da due fili
egualmente lunghi, rimovendone poi dal perpendicolo uno per piccola
distanza e l’altro per grandissima, li quali, posti in libertà, andranno e
torneranno sotto gl’istessi tempi, quello per archi assai piccoli, e questo
per grandissimi. Dal che ne séguita la conclusione d’un problema
bellissimo: che è che, data una quarta di cerchio (ne segnerò qui in terra
un poco di figura), qual sarebbe questa AB, eretta all’orizonte sì che
insista su ’l piano toccando nel punto B, e fatto un arco con una tavola
ben pulita e liscia dalla parte concava,
Problemi maravigliosi,
piegandola secondo la curvità della di mobili
circonferenza ADB, sì che una palla ben
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