Page 666 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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cagione di quelli, si possa allegar causa concludente abbastanza,
ritenendo la Terra stabile e restituendo la mobilità al cielo.
SALV. Non si può negare che il vostro discorso
Più probabilmente
non sia ingegnoso ed abbia assai del probabile;
si rende ragione
dico però, probabile in apparenza, ma non già in
del moto continuo
esistenza e realtà. Egli ha due parti: nella prima
dell’aria e dell’acqua
rende ragione del moto continuo dell’aura
con far la Terra
orientale, ed anco di un simil moto nell’acqua;
mobile, che con
nella seconda vuol anco dal medesimo fonte
attigner la causa del flusso e reflusso. La prima farla stabile.
parte ha (come ho detto) qualche sembianza di probabilità, ma però
sommamente minore di quella che noi prendiamo dal moto terrestre; la
seconda è del tutto non solo improbabile, ma assolutamente impossibile
e falsa. E venendo alla prima, dove si dice che ’l concavo lunare rapisce
l’elemento del fuoco e tutta l’aria sino alla sommità delle più alte
montagne, dico, prima, che è dubbio se ci sia l’elemento del fuoco; ma
posto che ci sia, si dubita grandemente dell’orbe della Luna, come anco
di tutti gli altri, cioè se ci siano tali corpi solidi e vastissimi, o pure se
oltre all’aria si estenda una continuata espansione di una sustanza assai
più tenue e pura della nostra aria, per la quale vadiano vagando i pianeti,
come or mai comincia ad esser tenuto anco da buona parte de i medesimi
filosofi: ma sia in questo o in quel modo, non ci è ragione per la quale il
fuoco da un semplice contatto d’una superficie, che per voi si stima esser
tersissima e liscia, possa esser, secondo tutta la
È improbabile che
sua profondità, portato in volta di un moto l’elemento del fuoco
alieno dalla sua naturale inclinazione, come
sia rapito dal concavo
diffusamente è stato provato e con sensate della Luna.
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esperienze dimostrato dal Saggiatore; oltre
all’altra improbabilità del trasfondersi tal moto dal fuoco sottilissimo per
l’aria assai più densa, e da questa anco poi nell’acqua. Ma che un corpo
di superficie aspra e montuosa, nel volgersi in sé stesso, conduca seco
l’aria a sé contigua e nella quale vanno percotendo le sue prominenze, è
non pur probabile, ma necessario, e si può tuttavia vederne l’esperienza,
benché, senza vederla, non credo che sia intelletto
Flusso e reflusso
che ci ponga dubbio. Quanto all’altra parte, posto
non può dependere
che dal moto del cielo fosse condotta l’aria ed anco
dal moto del cielo.
l’acqua, non però tal moto avrebbe che far nulla co
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