Page 663 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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sentiamo per prova: delle quali generazioni di venti molte e diverse son
le cagioni, che al presente non accade produrre; e questi venti
accidentarii son quelli che indifferentemente spirano da tutte le parti
della Terra, e che perturbano i mari remoti
Venti da terra
dall’equinoziale e circondati dalla superficie aspra
della Terra, che tanto è quanto a dire sottoposti a perturbano i mari.
quelle perturbazioni d’aria che confondono quella primaria espirazione,
la quale, quando mancassero questi impedimenti accidentarii, si
devrebbe perpetuamente sentire, e massime sopra mare. Or vedete, come
gli effetti dell’acqua e dell’aria par che maravigliosamente s’accordino
con l’osservazioni celesti a confermar la mobilità nel nostro globo
terrestre.
SAGR. Voglio pur io ancora, per ultimo sigillo, Altra osservazione
dirvi un particolare, che mi par che vi sia
presa dall’aria, in
incognito, e che pur viene in confermazion della confermazione del
medesima conclusione. Voi, Sig. Salviati, avete
moto della Terra.
prodotto quell’accidente che trovano i naviganti
dentro a i tropici, dico quella costanza perpetua del vento che gli vien da
levante, del quale io ho relazione da chi più volte ha fatto quel viaggio; e
di più (ch’è cosa notabile) intendo che li marinari non lo chiamano
vento, ma con altro nome che ora non mi sovviene, preso forse dal suo
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tenore tanto fermo e costante, che, quando l’hanno incontrato, legano
le sarte e l’altre corde delle vele, e senza mai più aver bisogno di
toccarle, ancora dormendo, con sicurezza posson far lor cammino. Ora,
questa aura; perpetua è stata conosciuta per tale dal suo continuo spirare
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senza interrompimenti; ché quando da altri venti fusse interrotta, non
sarebbe stata conosciuta per effetto singolare e differente da gli altri: dal
che voglio inferire che potrebbe esser che anche il mar nostro
Mediterraneo fusse partecipe d’un tale accidente, ma non osservato,
come quello che frequentemente vien alterato da altri venti
sopravegnenti. E questo dico io non senza gran fondamento, anzi con
molto probabili conietture, le quali mi vengono da quello che ho avuto
occasione d’intender mediante il viaggio che feci in Soria, andando
consolo della Nazione in Aleppo: e quest’è, che tenendosi particolar
registro e memoria de i giorni delle partenze e de gli arrivi delle navi ne i
porti di Alessandria, d’Alessandretta e qui di Venezia, nel riscontrarne
molti e molti, il che feci per mia curiosità,
Le navigazioni nel
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