Page 654 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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notabil flusso e reflusso: il che ha due concludentissime ragioni. L’una è,
che, per la brevità del vaso, nell’acquistare egli in diverse ore del giorno
diversi gradi di velocità, con poca differenza
Cause seconde perché
vengano acquistati da tutte le sue parti; ma
ne i mari piccoli
tanto le precedenti quanto le susseguenti, cioè
e ne i laghi non si
l’orientali e l’occidentali, quasi nell’istesso
fanno flussi e reflussi.
modo si accelerano e si ritardano; facendosi, di
più, tale alterazione a poco a poco, e non con l’opporre un repentino
intoppo e ritardamento o una subitanea e grande accelerazione al
movimento del vaso contenente, ed esso e tutte le sue parti vengon
lentamente ed egualmente impressionandosi de i medesimi gradi di
velocità: dalla quale uniformità ne séguita che anco l’acqua contenuta,
con poca contumacia e renitenza riceva le medesime impressioni, e per
conseguenza molto oscuramente dia segno d’alzarsi o abbassarsi,
scorrendo verso questa o verso l’altra estremità; il quale effetto si vede
ancora manifestamente ne’ piccoli vasi artifiziali, ne i quali l’acqua
contenuta si va impressionando de gl’istessi gradi di velocità,
tuttavoltaché l’accelerazione o ritardamento si faccia con lenta ed
uniforme proporzione. Ma ne i seni de i mari che per grande spazio si
distendono da levante a ponente, assai più notabile e difforme è
l’accelerazione o ’l ritardamento, mentre una delle sue estremità si
troverà in un moto assai ritardato, e l’altra sarà ancora di moto
velocissimo. La seconda causa è la reciproca librazion dell’acqua,
proveniente dall’impeto che ella pure avesse concepito dal moto del suo
continente, la qual librazione ha, come si è notato, le sue vibrazioni
molto frequenti ne i vasi piccoli: dal che ne risulta, che risedendo ne i
movimenti terrestri cagione di contribuire all’acque movimento solo di
dodici in dodici ore, poi che una volta sola il giorno sommamente si
ritarda e sommamente si accelera il movimento de i vasi contenenti,
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nientedimeno l’altra seconda cagione, dependente dalla gravità
dell’acqua, che cerca ridursi all’equilibrio, e, secondo la brevità del vaso,
ha le sue reciprocazioni o di un’ora o di due o di tre etc., questa
mescolandosi con la prima, che anco per sé ne i vasi piccoli resta
piccolissima, la vien del tutto a render insensibile; imperocché, non si
essendo ancora finita di imprimer la commozione procedente dalla
cagion primaria, che ha i periodi di 12 ore, sopravvien, contrariando,
l’altra secondaria, dependente dal proprio peso dell’acqua, la quale,
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