Page 643 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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tengan dentro la man destra sin che l’acqua per il caldo si sollevi un sol
dito, e poi la cavino, e scrivano del rigonfiamento del mare; o
dimandategli almeno che vi insegnino come fa la Luna a rarefar certa
parte dell’acque e non il rimanente, come dir queste qui di Venezia, e
non quelle d’Ancona, di Napoli o di Genova. È
Ingegni poetici di
forza dire che gl’ingegni poetici sieno di due spezie:
due spezie.
alcuni, destri ed atti ad inventar le favole; ed altri,
disposti ed accomodati a crederle.
SIMP. Io non penso che alcuno creda le favole mentre che per tali le
conosce: e delle opinioni intorno alle cagioni del flusso e reflusso, che
son molte, perché so che di un effetto una sola è la cagione primaria e
vera, intendo benissimo e son sicuro che una sola al più potrebbe esser
vera, ma tutto il resto so che son favolose e false; e forse anco la vera
non è tra quelle che sin ora son state prodotte: anzi così credo esser
veramente, perché gran cosa sarebbe che ’l vero potesse aver sì poco di
luce, che nulla apparisse tra le tenebre di tanti falsi. Ma dirò bene, con
quella libertà che tra noi è permessa, che
Non ha il vero sì
l’introdurre il moto della Terra e farlo cagione
poca luce, che non
si scorga tra le tenebre del flusso e reflusso mi sembra sin ora un
concetto non men favoloso di quanti altri io
de i falsi.
me n’abbia sentiti; e quando non mi fusser
porte ragioni più conformi alle cose naturali, senza veruna repugnanza
passerei a credere, questo essere un effetto sopra naturale, e per ciò
miracoloso e imperscrutabile da gl’intelletti umani, come infiniti altri ce
ne sono, dependenti immediatamente dalla mano onnipotente di Dio.
SALV. Voi discorrete molto prudentemente, e
Aristotile attribuisce
conforme anco alla dottrina d’Aristotile, che a miracolo gli
sapete come nel principio delle sue Quistioni
effetti de i quali
Meccaniche attribuisce a miracolo le cose delle
s’ignorano le cause.
quali le cagioni sono occulte: ma che la causa
vera del flusso e reflusso sia delle impenetrabili, non credo che ne
abbiate indizio maggiore che il vedere come, tra tutte quelle che sin qui
sono state prodotte per vere cagioni, nessuna ve ne è con la quale, per
qualunque artifizio si adoperi, si possa rappresentar da noi un simile
effetto; attesoché né con lume di Luna o di Sole, né con caldi temperati,
né con diverse profondità, mai non si farà artifiziosamente correre e
ricorrere, alzarsi ed abbassarsi, in un luogo sì ed in altri no, l’acqua
contenuta in un vaso immobile. Ma se co ’l far muovere il vaso, senza
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