Page 641 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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imperocché in alcuni luoghi le acque si alzano ed abbassano, senza far
          moto  progressivo;  in  altri,  senza  alzarsi  né  abbassarsi,  si  muovono  or

          verso levante ed or ricorrono verso ponente; ed in altri variano l’altezze
          e  variano  il  corso  ancora,  come  accade  qui  in  Venezia,  dove  l’acque

          entrando alzano, e nell’uscire abbassano: e questo fanno nell’estremità
          delle  lunghezze  de  i  golfi  che  si  distendono  da  occidente  in  oriente  e

          terminano  in  ispiagge,  sopra  le  quali  l’acqua  nell’alzarsi  ha  campo  di
          potersi spargere; che quando il corso gli fusse intercetto da montagne o

          argini molto rilevati, quivi si alzerebbero ed abbasserebbero senza moto
          progressivo. Corrono poi e ricorrono, senza mutare altezza, nelle parti di
          mezzo, come accade notabilissimamente nel Faro di Messina tra Scilla e

          Cariddi, dove le correnti, per la strettezza del canale, sono velocissime;
          ma  ne  i  mari  più  aperti  e  intorno  all’isole  di  mezo,  come  sono  le

          Baleariche,  la  Corsica,  la  Sardigna,  l’Elba,  la  Sicilia  verso  la  parte  di
          Affrica,  Malta,  Candia  etc.,  le  mutazioni  di  altezza  sono  piccolissime,
          ma ben notabili le correnti, e massime dove il mare tra l’isole, o tra esse

          e ’l continente, si ristrigne.
          Ora, questi soli effetti veraci e certi, quando altro non si vedesse, parmi

          che  assai  probabilmente  persuadano,  a  chiunque  voglia  star  dentro  a  i
          termini naturali, a conceder la mobilità della Terra; imperocché ritener

          fermo il vaso del Mediterraneo, e far che l’acqua, che in esso si contiene,
          faccia  questo  che  fa,  supera  la  mia  immaginazione,  e  forse  quella  di

          ogn’altro che oltre alla scorza s’internerà in tale specolazione.
                                       SIMP.  Questi  accidenti,  Sig.  Salviati,  non
            Causa del flusso e

            reflusso prodotta          cominciano  adesso;  sono  antichissimi,  e  stati
                                       osservati  da  infiniti,  e  molti  si  sono  ingegnati  di
            da certo filosofo
                                       renderne  chi  una  e  chi  un’altra  ragione;  e  non  è
            moderno.
                                       molte  miglia  lontano  di  qui  un  gran  Peripatetico,
          che ne adduce una causa nuovamente espiscata da                           Causa del flusso e

          certo testo di Aristotile, non bene avvertito da’ suoi
                                                                                    reflusso attribuita
          interpreti, dal qual testo ei raccoglie, la vera causa                    alla Luna da certo

          di  questi  movimenti  non  derivar  d’altronde  che
                                                                                    prelato.
          dalle  diverse  profondità  de’  mari:  imperocché
          l’acque delle più alte profondità, essendo maggiori in copia, e per ciò più

          gravi,  discacciano  l’acque  de’  minor  fondi,  le  quali  poi,  sollevate,
          voglion descendere; e da questo continuo combattimento deriva il flusso

          e reflusso. Quelli poi che referiscon ciò alla Luna, son molti, dicendo che





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