Page 637 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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anche motrice. E non è escluso che proprio tale animismo, come si è già detto, abbia a
che fare con il rifiuto di Galileo. Però può condurci a una spiegazione più immediata per
capire le critiche di Galileo il seguente commento di M. Loria. Dice Loria che, quando
si provò che non esisteva il falso fenomeno della rotazione diurna della calamita, se ne
avvalsero enormemente gli avversari del sistema copernicano, soprattutto i padri gesuiti,
per relegare nel campo delle favole, insieme a esso, la rotazione della Terra con la quale
era evidente l’analogia (Loria, «William Gilbert e Galileo Galilei», in Maccagni, 1972,
p. 240). Purtroppo Loria non va oltre, e non fornisce alcuna indicazione cronologica che
ci permetta di procedere sulla stessa strada. Comunque, questa sarebbe senza dubbio una
buona ragione della critica qui formulata da Galileo.
114 John of Holywood, matematico inglese vissuto nel XIII secolo, latinizzò il suo nome
in Johannes de Sacrobosco (in italiano Giovanni Sacrobosco) e insegnò astronomia a
Parigi. Qui scrisse un vero e proprio bestseller universitario ante litteram, la Sphaera
mundi, primo manuale di astronomia del Medioevo e libro di testo più utilizzato
praticamente fino a Galileo, ma che in realtà era un’esposizione rudimentale del sistema
astronomico di Tolomeo, non accompagnata da alcuna dimostrazione, e oltretutto
largamente debitrice degli arabi.
115 In realtà, Galileo richiama l’attenzione sul fatto che le gocce di rugiada assumono, di
per sé, forma sferica senza spandersi. Ignora però come si spieghi il fatto, sa
semplicemente come non si spiega. Nei Discorsi (Opere, VIII, pp. 115-116) l’unica cosa
che fa, con sicurezza pari al disinteresse, consiste nel respingere la «simpatia» come
pertinente alla spiegazione del fenomeno.
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