Page 627 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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in  una  pubblicazione:  nel  1630,  quando  cioè  Galileo  stava  terminando  il  Dialogo,
          Scheiner diede alle stampe la Rosa Ursina dove, con dati più precisi di quelli di Galileo,
          annunciava la sua scoperta che l’inclinazione dell’asse solare rispetto all’eclittica era di
          7°.  Inoltre,  nella  sua  particolareggiata  illustrazione  della  traiettoria  e  curvatura  delle
          macchie solari – più dettagliata di quella di Galileo – le giustifica affermando l’esistenza
          di  un’oscillazione  dell’asse  solare  nella  sua  orbita  attorno  alla  Terra,  in  tal  modo
          preservando il geocentrismo (si veda «Sunspots, Sizi e Scheiner», in Drake, 1970, pp.
          177-199, specialmente pp. 183-184). In ogni caso, Galileo non smise mai di affermare
          di essere stato lui il primo a scoprire l’inclinazione dell’asse solare. Nel 1636, in una
          lettera a Micanzio, parlando della questione accennava a Scheiner in termini molto duri:

          oltre a dire a Micanzio che ammira la flemma con cui legge la Rosa Ursina e aggiungere
          qualche  commento  sarcastico,  continua:  «Ma  a  che  metter  mano  a  registrar  le
          fantoccerie  di  questo  animalaccio,  se  elle  sono  senza  numero?  Il  porco  e  maligno
          asinone fa un catalogo delle mie ignoranze, che vengono in conseguenza di una sola,
          ignorata egualmente sul principio da lui e da me, che fu la piccolissima inclinazione
          dell’asse della conversione del corpo solare sopra ’l piano dell’eclittica: io la scopersi,
          tengo per fermo, avanti di lui, ma non hebbi occasione di parlarne se non nel Dialogo:
          ma vegga poi il poveraccio la sua mala fortuna, mentre egli da tale osservazione non
          ritrasse nulla di maraviglia, et io per essa scopersi il massimo segreto che sia in natura».
          Lettera del 9 febbraio 1636, Opere, XVI, p. 391.
          65  Si tratta, senza dubbio, dei suoi stati di movimento e riposo.
          66   In  altri  termini,  in  due  soli  giorni  di  tutto  l’anno  il  Sole  sorgerà  e  tramonterà

          all’intersezione dell’equatore celeste con l’eclittica; in tali giorni l’asse solare non avrà
          alcuna inclinazione rispetto all’eclittica e le macchie percorreranno una linea retta.
          67   Sebbene  il  senso  sia  chiaro,  è  opportuno  tener  conto  che  non  si  deve  intendere  la
          parola «giorno» in senso letterale, se lo si intende per un giorno terrestre, come sembra
          che  si  debba  fare.  Delle  ventiquattr’ore  del  nostro  giorno,  sarebbero  pertinenti  solo
          quelle  di  luce  solare.  Nel  migliore  dei  casi  ci  sarebbero  circa  quattordici  ore  di  luce
          durante le quali osservare le macchie; se teniamo presente che il periodo di rotazione del
          Sole è, secondo Galileo, di circa trenta giorni, e che pertanto alla macchia occorreranno
          circa  quindici  giorni  per  attraversare  l’emisfero  visibile  (supponendola  esattamente
          all’equatore), è evidente che, nella parte utilizzabile di un «giorno» terrestre, la macchia
          si  muoverà  appena.  È  certo  però  che,  se  compisse  la  sua  rivoluzione  durante  questo

          «giorno» terrestre e se il Sole ci mostrasse la stessa faccia tutta la giornata, le apparenze
          sarebbero  quelle  indicate  da  Galileo  e  la  sua  evoluzione  quella  descritta.  Nella
          successiva  spiegazione,  infatti,  Galileo  evita  il  termine  «giorno».  Risulta  comunque
          evidente  che  questo  modo  di  esprimersi  non  è  frutto  della  descrizione  di
          un’osservazione, bensì di una considerazione puramente astratta.
          68
             Galileo impiega il termine «terminatore» e, altre volte, «finitore» per riferirsi, come si
          vede, al cerchio che delimita l’emisfero visibile del Sole.
          69  Drake fa notare a questo punto che, mentre fin qui AOC è stato identificato con l’asse

          dell’eclittica, adesso si colloca nel piano del nostro meridiano, il che equivale a dire che
          Galileo sarebbe inavvertitamente scivolato da un sistema di coordinate, l’eclittica e il
          suo asse, a un altro, l’equatore e il meridiano. Questo dato di fatto e l’analisi delle sue



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