Page 611 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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composti il moto dovere esser composto; i moti che si posson comporre
sono il retto e ’l circolare, atteso che i due retti, per esser contrarii, sono
incompatibili tra di loro; affermano, l’elemento puro della terra non si
ritrovare; confessano che ella non si è mossa già mai di verun
movimento locale: e poi voglion porre in natura quel corpo che non si
trova, e farlo mobile di quel moto che mai non ha egli esercitato né mai è
per esercitare; ed a quel corpo che è ed è stato sempre, negano quel moto
che prima concedettero dovergli naturalmente convenire.
SALV. Di grazia, Sig. Sagredo, non ci affatichiam più in questi
particolari, e massime che voi sapete che il fin nostro non è stato di
determinar risolutamente o accettar per vera questa o quella opinione,
ma solo di propor per nostro gusto quelle ragioni e risposte che per l’una
e per l’altra parte si possono addurre; e il Sig. Simplicio risponde questo
in riscatto de’ suoi Peripatetici: però lasciamone il giudizio in pendente,
e la determinazione in mano di chi ne sa più di noi. E perché mi pare che
assai a lungo si sia in questi tre giorni discorso circa il sistema
dell’universo, sarà ormai tempo che venghiamo all’accidente massimo,
dal quale presero origine i nostri ragionamenti; parlo del flusso e reflusso
del mare, la cagione del quale pare che assai probabilmente si possa
referire a i movimenti della Terra: ma ciò, quando vi piaccia,
riserberemo al seguente giorno. In tanto, per non me lo scordare, voglio
dirvi certo particolare, al quale non vorrei che il
Effetto improbabile
Gilberto avesse prestato orecchio; dico ammesso dal Gilberto
dell’ammettere che quando una piccola sferetta
nella calamita.
di calamita potesse esattamente librarsi, ella
fusse per girare in sé stessa: perché nissuna ragione vi è per la quale ella
ciò far dovesse. Imperocché, se tutto il globo terrestre ha da natura di
volgersi intorno al proprio centro in ventiquattr’ore, e ciò aver debbono
ancora tutte le sue parti, dico di girare, insieme co ’l suo tutto, intorno al
centro di quello in ventiquattr’ore, già effettivamente l’hann’elleno
mentre, stando sopra la Terra, vanno insieme con essa in volta; e
l’assegnar loro un rivolgimento intorno al proprio centro sarebbe un
attribuirgli un secondo movimento, molto diverso dal primo, perché così
ne averebbero due, cioè il rivolgersi in ventiquattr’ore intorno al centro
del suo tutto, ed il girare intorno al suo proprio: or questo secondo è
arbitrario, né vi è ragione alcuna d’introdurlo. Se nello staccarsi un
pezzo di calamita da tutta la massa naturale se gli togliesse il seguirla,
come faceva mentre gli era congiunto, sì che così restasse privo del
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