Page 596 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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grandissima.
SALV. Quanto al moto in giù, già s’è concluso non esser altrimenti del
globo terrestre, che mai di tal movimento non
Moto in giù
s’è mosso né già mai s’è per muovere; ma è
non delspan globo
(se pure è) delle parti, per riunirsi al suo tutto.
terrestre, maspan delle
Quanto poi al movimento annuo ed al diurno,
sue parti.
questi, essendo fatti per il medesimo verso,
sono benissimo compatibili, in quella maniera che se noi lasciassimo
andare una palla giù per una superficie declive, ella, nello scendere per
quella spontaneamente, girerà in sé stessa. Quanto poi al terzo moto
attribuitole dal Copernico in sé stessa in un anno, solamente per
conservare il suo asse inclinato e diretto verso la
Moto annuo e moto
medesima parte del firmamento, vi dirò cosa diurno compatibili
degna di grandissima considerazione; cioè, che nella Terra.
tantum abest 101 che (benché fatto al contrario
dell’altro annuo) in esso sia repugnanza o Ogni corpo pensile
difficultà alcuna, che egli
e librato, portato
naturalissimamente e senza veruna causa in giro nella
motrice compete a qualsivoglia corpo
circonferenza d’un cerchio,
sospeso e librato, il quale, se sarà portato acquista per sé
in giro per la circonferenza di un cerchio,
stesso un moto in
immediate per sé stesso acquista una sé medesimo, contrario a
conversione circa ’l proprio centro,
quello.
contraria a quella che lo porta intorno, e
tale in velocità, che amendue finiscono una conversione nell’istesso
tempo precisamente. Potrete veder questa mirabile ed accomodata al
nostro proposito esperienza, mettendo in
Esperienza la quale
sensatamente mostra, un catino d’acqua una palla che vi
galleggi, e tenendo il vaso in mano: se vi
due moti contrarii
andrete rivolgendo sopra le piante de’
naturalmente convenire nel
piedi, vedrete immediatamente cominciar
medesimo mobile.
la palla a rivolgersi in sé stessa con moto
contrario a quel del catino, e finir la sua revoluzione quando finirà quella
del vaso. Ora, che altro è la Terra che un globo pensile e librato in aria
tenue e cedente, il quale, portato in giro in un anno per la circonferenza
di un gran cerchio, ben deve acquistar senz’altro motore una vertigine
circa ’l proprio centro, annua e contraria all’altro movimento pur annuo?
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