Page 575 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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quali stelle, si fisse, che possa dependere dal movimento annuo
debban scorgere della Terra; e soggiunto di più, che ho dubbio se
mediante il moto forse alcuno abbia bene inteso, quali sieno le
annuo della Terra. mutazioni, e tra quali stelle debbano apparire: però
è bene che andiamo
Il non aver gli
con diligenza
astronomi specificate quali
esaminando questo
mutazioni possano derivar
punto. L’aver trovato
dal moto annuo della
Terra dà segno scritto solamente in
genere, non si dovere
che essi non l’abbiano
ammettere il
bene intese.
movimento annuo
della Terra nell’orbe magno, perché non ha del verisimile che per esso
non si vedesse alcuna apparente mutazione nelle stelle fisse, e il non
sentir poi dire quali dovessero esser in particolare cotali apparenti
mutazioni ed in quali stelle, mi fa molto ragionevolmente stimare che
costoro che su quel generico pronunziato si fermano, non abbiano inteso,
né anco forse cercato di intendere, come cammini il negozio di queste
mutazioni, né che cose siano quelle che dicono che veder si dovrebbero;
ed a così giudicare mi muove il sapere, che il movimento annuo
attribuito dal Copernico alla Terra quando debba farsi sensibile nella
sfera stellata, non rispetto a tutte le stelle egualmente ha da farsi
apparente mutazione, ma tale apparenza in alcune deve farsi maggiore,
in altre minore, in altre ancor minore, e finalmente in altre assolutamente
nulla, per grandissimo che si ponesse il cerchio di
Le mutazioni nelle
questo moto annuo. Le mutazioni poi, che veder si
stelle fisse devono
esser in alcune dovrebbero, sono di due generi: l’uno è il mutar es
se stelle l’apparente grandezza, e l’altro il variar
maggiori, in altre
minori ed in altre altezze nel meridiano; che si tira poi in
conseguenza il mutar gli orti e gli occasi, e le
nulle.
distanze dal vertice, etc.
SAGR. Mi par di vedermi apparecchiare una matassa di questi
rivolgimenti, che Dio voglia ch’io me ne sia per poter distrigar mai;
perché, a confessare il mio difetto al Sig. Salviati, io ci ho tal volta
pensato, né mai ne ho potuto ritrovare il bandolo, e non dico tanto di
questo che appartiene alle stelle fisse, quanto di un’altra più terribil
faccenda, che voi mi avete fatta sovvenire co ’l ricordar queste altezze
meridiane, latitudini ortive e distanze dal vertice, etc.: e ’l mio
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