Page 577 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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per  lo  scioglimento  della  massima  difficultà.  Ora,  ripigliando  i  due
          movimenti  attribuiti  alla  Terra  (e  dico  due,  perché  il  terzo  non  è

          altrimenti  un  moto,  come  a  suo  luogo  dichiarerò),  cioè  l’annuo  ed  il
                                               diurno,  quello  si  deve  intendere  fatto  dal
            Moto annuo fatto
                                               centro  della  Terra  nella  circonferenza
            dal centro della Terra
                                               dell’orbe magno, cioè di un cerchio massimo
            sotto l’eclittica, e moto
                                               descritto  nel  piano  dell’eclittica,  fissa  ed
            diurno fatto dalla Terra
                                               immutabile; l’altro, cioè il diurno, è fatto dal
            circa il proprio
                                               globo della Terra in sé stesso circa il proprio
            centro.
                                               centro e proprio asse, non eretto, ma inclinato
          al  piano  dell’eclittica,  con  inclinazione  di  gradi  23  e  mezo  incirca,  la

          quale  inclinazione  si  mantiene  per  tutto  l’anno  e,  quello  che
          sommamente si deve notare, si conserva sempre verso la medesima parte

          del cielo, talmenteché l’asse del moto diurno si mantien perpetuamente
          parallelo  a  sé  stesso:  sì  che,  se  noi  ci                L’asse della Terra si
          immagineremo  tale  asse  prolungato  sino
                                                                          mantien sempre parallelo
          alle  stelle  fisse,  mentre  che  il  centro  della            a sé stesso, e descrive
          Terra  circonda  in  un  anno  tutta  l’eclittica,
                                                                          una superficie cilindrica
          l’istesso  asse  descrive  la  superficie  di  un               ed inclinata all’orbe
          cilindro  obliquo,  che  ha  per  una  delle  sue
                                                                          magno.
          basi il detto cerchio annuo, e per l’altra un
          simil cerchio imaginariamente descritto dalla sua estremità, o vogliamo

          dir polo, tra le stelle fisse; ed è tal cilindro obliquo al piano dell’eclittica
          secondo l’inclinazion dell’asse che lo descrive, che aviamo detto esser
          gradi 23 e mezo, la quale, conservandosi perpetuamente l’istessa (se non

          quanto in molte migliaia di anni fa qualche piccolissima mutazione, che
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          al  presente  negozio  niente  importa),   fa  che  ’l  globo  terrestre  né  più
          s’inclina già mai né si solleva, ma immutabile si conserva: dal che ne
          séguita  che,  per  quanto  appartiene  alle
                                                                               L’orbe della Terra
          mutazioni da osservarsi nelle fisse, dependenti
                                                                               già mai non s’inclina,
          dal solo movimento annuo, l’istesso accaderà a
                                                                               ma immutabilmente si
          qualsivoglia punto della superficie terrena, che
                                                                               conserva.
          all’istesso  centro  della  Terra;  e  però  nelle

          presenti esplicazioni ci serviremo del centro, come di qualsivoglia punto
          della superficie. E per più facile intelligenza del tutto, ne disegneremo le

          figure  lineari:  e  prima  segniamo  nel  piano  dell’eclittica  il  cerchio
          ANBO, ed intendiamo i punti A, B essere gli estremi verso borea e verso





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