Page 999 - Giorgio Vasari
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VITA DI GIOVANNI ANTONIO LICINIO DA PORDENONE E
               D'ALTRI PITTORI DEL FRIULI



               Pare,  sì  come  si  è  altra  volta  a  questo  proposito  ragionato,  che  la
               natura  benigna,  madre  di  tutti,  faccia  alcuna  fiata  dono  di  cose
               rarissime ad alcuni luoghi, che non ebbero mai di cotali cose alcuna

               conoscenza;  e  ch'ella  faccia  anco  talora  nascere  in  un  paese  di
               maniera gl'uomini inclinati al disegno et alla pittura, che senza altri
               maestri,  solo  imitando  le  cose  vive  e  naturali,  divengono
               eccellentissimi. Ed adiviene ancora bene spesso che, cominciando un

               solo,  molti  si  mettono  a  far  a  concorrenza  di  quello,  e  tanto  si
               affaticano senza veder Roma, Fiorenza o altri luoghi pieni di notabili
               pitture, per emulazione l'un dell'altro, che si veggiono da loro uscir
               opere  maravigliose.  Le  quali  cose  si  veggiono  essere  avvenute  nel

               Friuli particularmente, dove sono stati a' tempi nostri, (il che non si
               era  veduto  in  que'  paesi  per  molti  secoli),  infiniti  pittori  eccellenti
               mediante un così fatto principio.

               Lavorando in Vinezia, come si è detto, Giovan Bellino, et insegnando
               l'arte a molti, furono suoi discepoli, et emuli fra loro, Pellegrino da
               Udine, che fu poi chiamato, come si dirà, da San Daniello, e Giovanni

               Martini  da  Udine.  Per  ragionar  dunque  primieramente  di  Giovanni,
               costui  imitò  sempre  la  maniera  del  Bellini,  la  quale  era  crudetta,
               tagliente e secca tanto, che non poté mai addolcirla, né far morbida,

               per pulito e diligente che fusse; e ciò poté avvenire perché andava
               dietro a certi riflessi barlumi et ombre che, dividendo in sul mezzo de'
               rilievi, venivano a terminare l'ombre coi lumi a un tratto, in modo che
               il colorito di tutte l'opere sue fu sempre crudo e spiacevole, se bene si
               affaticò per imitar con lo studio e con l'arte la natura.

               Sono  di  mano  di  costui  molte  opere  nel  Friuli  in  più  luoghi,  e

               particularmente nella città d'Udine, dove nel Duomo è in una tavola
               lavorata a olio un San Marco che siede con molte figure attorno, e
               questa è tenuta di quante mai ne fece la migliore. Un'altra n'è nella
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