Page 996 - Giorgio Vasari
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non avendo ciò fatto mentre visse quel signore, si rimase in Napoli.
Morì Giovanni d'anni settanta e fu sotterrato in Napoli l'anno 1558.
Quasi ne' medesimi tempi che il cielo fece dono a Ferrara, anzi al
mondo, del divino Lodovico Ariosto, nacque il Dosso pittore nella
medesima città, il quale, se bene non fu così raro tra i pittori come
l'Ariosto tra i poeti, si portò non di meno per sì fatta maniera
nell'arte, che oltre all'essere state in gran pregio le sue opere in
Ferrara, meritò anco che il dotto poeta amico e dimestico suo facesse
di lui onorata memoria ne' suoi celebratissimi scritti. Onde al nome
del Dosso ha dato maggior fama la penna di Messer Lodovico, che
non fecero tutti i pennelli e colori che consumò in tutta sua vita. Onde
io per me confesso che grandissima ventura è quella di coloro che
sono da così grandi uomini celebrati; perché il valor della penna
sforza infiniti a dar credenza alle lodi di quelli, ancor che interamente
non le meritino.
Fu il Dosso molto amato dal duca Alfonso di Ferrara, prima per le sue
qualità nell'arte della pittura e poi per essere uomo affabile molto e
piacevole, della quale maniera d'uomini molto si dilettava quel Duca.
Ebbe in Lombardia nome il Dosso di far meglio i paesi che alcun altro
che di quella pratica operasse, o in muro o a olio o a guazzo;
massimamente da poi che si è veduta la maniera tedesca. Fece in
Ferrara nella chiesa catedrale una tavola con figure a olio, tenuta
assai bella, e lavorò nel palazzo del Duca molte stanze in compagnia
d'un suo fratello detto Battista, i quali sempre furono nimici l'uno
dell'altro, ancor che per voler del Duca lavorassero insieme. Fecero di
chiaro scuro nel cortile di detto palazzo istorie d'Ercole et una infinità
di nudi per quelle mura. Similmente per tutta Ferrara lavorarono
molte cose in tavola et in fresco. E di lor mano è una tavola del
Duomo di Modena. Et in Trento nel palazzo del cardinale in
compagnia d'altri pittori fecero molte cose di lor mano. Ne' medesimi
tempi, facendo Girolamo Genga pittore et architettore, per il duca
Francesco Maria d'Urbino sopra Pesero al palazzo dell'imperiale molti
ornamenti, come al suo luogo si dirà, fra molti pittori, che a
quell'opera furono condotti per ordine del detto signor Francesco
Maria, vi furono chiamati Dosso e Battista ferraresi, massimamente