Page 997 - Giorgio Vasari
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per far paesi, avendo molto innanzi fatto in quel palazzo molte pitture
Francesco di Mirozzo da Forlì, Raffaello dal Colle del Borgo a
Sansepolcro e molti altri. Arrivati dunque il Dosso e Battista
all'imperiale, come è usanza di certi uomini così fatti, biasimarono la
maggior parte di quelle cose che videro e promessero a quel signore
di voler essi fare cose molto migliori; per che il Genga, che era
persona accorta, vedendo dove la cosa doveva riuscire, diede loro a
dipignere una camera da per loro. Onde essi messesi a lavorare si
sforzarono con ogni fatica e studio di mostrare la virtù loro. Ma
qualunque si fusse di ciò la cagione, non fecero mai in tutto il tempo
di lor vita alcuna cosa meno lodevole, anzi peggio di quella. E pare
che spesso avvenga che gl'uomini nei maggior bisogni e quando sono
in maggior aspettazione, abagliandosi et acecandosi il giudizio,
facciano peggio che mai: il che può forse avvenire dalla loro malignità
e cattiva natura di biasimare sempre le cose altrui o dal troppo volere
sforzare l'ingegno; essendo che nell'andar di passo e come porge la
natura, senza mancar però di studio e diligenza, pare che sia miglior
modo che il voler cavar le cose quasi per forza dell'ingegno, dove non
sono; donde è vero che anco nell'altre arti e massimamente negli
scritti, troppo bene si conosce l'affettazione e per dir così il troppo
studio in ogni cosa. Scopertasi dunque l'opera dei Dossi, ella fu di
maniera ridicola che si partirono con vergogna da quel signore; il
quale fu forzato a buttar in terra tutto quello che avevano lavorato e
farlo da altri ridipignere con il disegno del Genga. In ultimo fecero
costoro nel duomo di Faenza per Messer Giovambattista cavaliere de'
Buosi una molto bella tavola d'un Cristo che disputa nel tempio, nella
quale opera vinsero se stessi, per la nuova maniera che vi usarono e
massimamente nel ritratto di detto cavaliere e d'altri. La qual tavola
fu posta in quel luogo l'anno 1536. Finalmente divenuto Dosso già
vecchio, consumò gl'ultimi anni senza lavorare, essendo insino
all'ultimo della vita provisionato dal duca Alfonso. Finalmente dopo lui
rimase Battista, che lavorò molte cose da per sé, mantenendosi in
buono stato. E Dosso fu sepellito in Ferrara sua patria.
Visse ne' tempi medesimi il Bernazzano Milanese, eccellentissimo per
far paesi, erbe, animali et altre cose terrestri, volatili et acquatici. E