Page 993 - Giorgio Vasari
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posta  giù  l'alterezza,  deliberò  tornarsene  a  Bologna,  et  arrivato  a
               Fiorenza, donò al duca Alessandro una bellissima testa di marmo d'un
               Carlo Quinto imperatore, la quale è oggi in Carrara, dove fu mandata
               dal cardinale Cibò, che la cavò alla morte del duca Alessandro della
               guardaroba di quel signore. Era in umore il detto Duca, quando arrivò

               Alfonso in Fiorenza, di farsi ritrarre: perché, avendolo fatto Domenico
               di  Polo,  intagliatore  di  ruote,  e  Francesco  di  Girolamo  dal  Prato  in
               medaglia, Benvenuto Cellini per le monete, e di pittura Giorgio Vasari

               aretino  e  Iacopo  da  Puntormo,  volle  che  anco  Alfonso  lo  ritraesse;
               perché, avendone egli fatto uno di rilievo molto bello e miglior assai
               di quello che avea fatto il Danese da Carrara, gli fu dato commodità,
               poiché ad ogni modo voleva andar a Bologna, di farne là un di marmo
               simile  al  modello.  Avendo  dunque  Alfonso  ricevuto  molti  doni  e

               cortesie dal duca Alessandro, se ne tornò a Bologna; dove, essendo
               anco per la morte del cardinale poco contento e per la perdita delle
               sepolture molto dolente, gli venne una rogna pestifera et incurabile,

               che a poco a poco l'andò consumando fin che, condottosi a 49 anni
               della  sua  età,  passò  a  miglior  vita,  continuamente  dolendosi  della
               fortuna che gl'avesse tolto un signore dal quale poteva sperare tutto
               quel bene che poteva farlo in questa vita felice; e che ella doveva pur
               prima  chiuder  gl'occhi  a  lui  condottosi  a  tanta  miseria,  che  al

               cardinale Ippolito de' Medici.

               Morì Alfonso l'anno 1536.
               Michelagnolo scultore sanese, poi che ebbe consumato i suoi migliori

               anni in Schiavonia con altri eccellenti scultori, si condusse a Roma con
               questa occasione. Morto papa Adriano, il cardinale Hincfort, il quale
               era  stato  dimestico  e  creato  di  quel  Pontefice,  non  ingrato  de'
               benefizii da lui ricevuti deliberò di fargli una sepoltura di marmo e ne

               diede  cura  a  Baldassarre  Petrucci  pittor  sanese,  il  quale  fattone  il
               modello, volle che Michelagnolo scultore suo amico e compatriota ne
               pigliasse  carico  sopra  di  sé.  Michelagnolo  dunque  fece  in  detta
               sepoltura  esso  papa  Adriano  grande  quanto  il  vivo,  disteso  in  sulla

               cassa  e  ritratto  di  naturale,  e  sotto  a  quello  in  una  storia  pur  di
               marmo,  la  sua  venuta  a  Roma  et  il  popolo  romano,  che  va  a
               incontrarlo e l'adora. Intorno poi sono in quattro nicchie, quattro Virtù
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