Page 982 - Giorgio Vasari
P. 982
gli fece un quadro assai ornato di marmo, il quale fu nella chiesa de'
Servi murato in un pilastro, con questo epitaffio fattogli dal dottissimo
Messer Pier Vettori, allora giovane:
ANDREAE SARTIO
Admirabilis ingenii pictori, ac veteribus illis omnium
iudicio comparando.
Dominicus Contes, discipulus, pro laboribus,
in se instituendo susceptis, grato animo posuit.
Vixit annos XLII. Obiit Anno MDXXX.
Dopo non molto tempo alcuni cittadini Operai della detta chiesa, più
tosto ignoranti che nemici delle memorie onorate, sdegnandosi che
quel quadro fusse in quel luogo stato messo senza loro licenza,
operarono di maniera che ne fu levato, né per ancora è stato
rimurato in altro luogo. Nel che volle forse mostrarci la fortuna che
non solo gl'influssi de' fati possono in vita, ma ancora nelle memorie
dopo la morte. Ma a dispetto loro sono per vivere l'opere et il nome
d'Andrea lunghissimo tempo e per tenerne, spero, questi miei scritti,
molti secoli, memoria. Conchiudiamo adunque che se Andrea fu
d'animo basso nell'azzioni della vita, contentandosi di poco, egli non
è perciò che nell'arte non fusse d'ingegno elevato e speditissimo e
pratico in ogni lavoro; avendo con l'opere sue, oltre l'ornamento
ch'elle fanno a' luoghi dove elle sono, fatto grandissimo giovamento
ai suoi artefici nella maniera, nel disegno e nel colorito; et il tutto con
manco errori che altro pittor fiorentino; per avere egli, come si è
detto inanzi, inteso benissimo l'ombre et i lumi e lo sfuggire delle
cose negli scuri e dipinte le sue cose con una dolcezza molto viva,
senzaché egli mostrò il modo di lavorare in fresco con perfetta unione
e senza ritoccare molto a secco: il che fa parer fatta ciascuna opera
sua tutta in un medesimo giorno. Onde può agli artefici toscani stare
per essempio in ogni luogo et avere fra i più celebrati ingegni loro
lode grandissima et onorata palma.