Page 951 - Giorgio Vasari
P. 951

Fece Pellegrino in Santo Eustachio di Roma, entrando in chiesa, tre

               figure in fresco a uno altare, e nella chiesa de' Portughesi alla Scrofa
               la  cappella  dell'altare  maggiore  in  fresco,  insieme  con  la  tavola.
               Dopo,  avendo  in  San  Iacopo  della  nazione  spagnuola  fatta  fare  il
               cardinale Alborense una cappella adorna di molti marmi, e da Iacopo

               Sansovino un San Iacopo di marmo alto quattro braccia e mezzo e
               molto  lodato,  Pellegrino  vi  dipinse  in  fresco  le  storie  della  vita  di
               quello Apostolo, facendo alle figure gentilissima aria a immitazione di

               Raffaello  suo  maestro  et  avendo  tanto  bene  accommodato  tutto  il
               componimento,  che  quell'opera  fece  conoscere  Pellegrino  per  uomo
               desto e di bello e buono ingegno nella pittura. Finito questo lavoro,
               ne fece molti altri in Roma e da per sé et in compagnia. Ma venuto
               finalmente a morte Raffaello, egli se ne tornò a Modana, dove fece

               molte opere, et in fra l'altre per una Confraternita di Battuti fece in
               una tavola a olio San Giovanni che battezza Cristo, e nella chiesa de'
               Servi in un'altra tavola San Cosmo e Damiano con altre figure. Dopo,

               avendo  preso  moglie,  ebbe  un  figliuolo  che  fu  cagione  delle  sua
               morte;  perché  venuto  a  parole  con  alcuni  suoi  compagni,  giovani
               modanesi, n'amazzò uno. Di che portata la nuova a Pellegrino, egli,
               per soccorrere al figliuolo, acciò non andasse in mano della giustizia,
               si mise in via per trafugarlo. Ma non essendo ancora molto lontano da

               casa,  lo  scontrarono  i  parenti  del  giovane  morto,  i  quali  andavano
               cercando l'omicida; costoro dunque, affrontando Pellegrino, che non
               ebbe  tempo  a  fuggire,  tutti  infuriati  poiché  non  avevano  potuto

               giugnere il figliuolo, gli diedero tante ferite, che lo lasciarono in terra
               morto. Dolse molto ai Modanesi questo caso, conoscendo essi che per
               la  morte  di  Pellegrino  restavano  privi  di  uno  spirito  veramente
               peregrino e raro. Fu coetaneo di costui Gaudenzio Milanese, pittore
               eccellente, pratico et espedito, il quale in fresco fece in Milano molte

               opere,  e  particularmente  ai  frati  della  Passione  un  Cenacolo
               bellissimo, che per la morte sua rimase imperfetto. Lavorò anco a olio
               eccellentemente,  e  di  sua  mano  sono  assai  opere  a  Vercelli  et  a

               Veralla molto stimate.
   946   947   948   949   950   951   952   953   954   955   956