Page 913 - Giorgio Vasari
P. 913

misure dell'arte; vi si vede anco una Temperanza, che ha in mano un
               oriuolo da polvere, che è tenuta cosa divina e nel vero non pare cosa
               moderna, ma antica e perfettissima. Et ancora che altre ve ne siano
               simili  a  questa,  ella  nondimeno  per  l'attitudine  e  grazia  è  molto
               migliore, senzaché non può esser più vago e bello un velo, ch'ell'ha

               intorno, lavorato con tanta leggiadria, che il vederlo è un miracolo.
               Fece di marmo in Santo Agostino di Roma, cioè in un pilastro a mezzo
               la chiesa, una Santa Anna, che tiene in collo una Nostra Donna con

               Cristo, di grandezza poco meno che il vivo; la quale opera si può fra
               le moderne tenere per ottima; per che, sì come si vede nella vecchia
               una viva allegrezza e proprio naturale e nella Madonna una bellezza
               divina,  così  la  figura  del  fanciullo  Cristo  è  tanto  ben  fatta,  che
               niun'altra  fu  mai  condotta  simile  a  quella  di  perfezzione  e  di

               leggiadria. Onde meritò che per tanti anni si frequentasse d'appicarvi
               sonetti et altri varii e dotti componimenti, che i frati di quel luogo ne
               hanno  un  libro  pieno,  il  quale  ho  veduto  io  con  non  piccola

               maraviglia. E di vero ebbe ragione il mondo di così fare, perciò che
               non si può tanto lodare questa opera che basti.

               Cresciuta perciò la fama d'Andrea, Leone Decimo risoluto di far fare a
               Santa Maria di Loreto l'ornamento della camera di Nostra Donna di
               marmi  lavorati,  secondo  che  da  Bramante  era  stato  cominciato,
               ordinò che Andrea seguitasse quell'opera insino alla fine. L'ornamento

               di  quella  camera,  che  aveva  cominciato  Bramante,  faceva  in  su  le
               cantonate quattro risalti doppii, i quali ornati da pilastri con base e
               capitelli  intagliati  posavano  sopra  un  basamento  ricco  d'intagli  alto
               due braccia e mezzo; sopra il qual basamento fra i due pilastri detti

               aveva fatto una nicchia grande per mettervi figure a sedere e sopra
               ciascuna di quelle un'altra nicchia minore, che giugnendo al collarino
               di capitegli di que' pilastri, faceva tanta fregiatura quanto erano alti;
               e sopra questi veniva poi posato l'architetture, il fregio e la cornice

               riccamente intagliata, e, rigirando intorno intorno a tutt'e quattro le
               facciate e risaltando sopra le quattro cantonate, fa una nel mezzo di
               ciascuna  facciata  maggiore  (perché  è  quella  camera  più  lunga  che
               larga) due vani: onde era il medesimo risalto nel mezzo che in sui

               cantoni e la nicchia maggiore di sotto e la minore di sopra, venivano
   908   909   910   911   912   913   914   915   916   917   918