Page 905 - Giorgio Vasari
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acciò sotto la disciplina di qualche buon maestro seguitasse quell'arte
a che pareva fusse inclinato da natura. Abitando dunque in Bologna,
nella quale città dimorò assai tempo e fu molto onorato e trattenuto
in casa con ogni sorte di cortesia dal magnifico e nobile Messer
Francesco Gombruti, praticava continuamente Timoteo con uomini
virtuosi e di bello ingegno; per ché, essendo in pochi mesi per
giovane giudizioso conosciuto et inchinato molto più alle cose di
pittura che all'orefice, per averne dato saggio in alcuni molto ben
condotti ritratti d'amici suoi e d'altri, parve al detto suo fratello, per
seguitare il genio del giovane, essendo anco a ciò persuaso
dagl'amici, levarlo dalle lime e dagli scarpelli e che si desse tutto allo
studio del disegnare. Di che essendo egli contentissimo, si diede
subito al disegno et alle fatiche dell'arte, ritraendo e disegnando tutte
le migliori opere di quella città, e, tenendo stretta dimestichezza con
pittori, si incaminò di maniera nella nuova strada, che era maraviglia
il profitto che faceva di giorno in giorno, e tanto più quanto senza
alcuna particolare disciplina di appartato maestro apprendeva
facilmente ogni difficile cosa. Laonde, innamorato del suo esercizio et
apparati molti segreti della pittura, vedendo solamente alcuna fiata a
cotali pittori idioti fare le mestiche et adoperare i pennelli, da se
stesso guidato e dalla mano della natura, si pose arditamente a
colorire, pigliando una assai vaga maniera e molto simile a quella del
nuovo Apelle suo compatriota, ancor che di mano di lui non avesse
veduto se non alcune poche cose in Bologna. E così avendo assai
felicemente, secondo che il suo buono ingegno e giudizio lo guidava,
lavorato alcune cose in tavole et in muro, e parendogli che tutto a
comparazione degl'altri pittori gli fosse molto bene riuscito, seguitò
animosamente gli studi della pittura per sì fatto modo, che in
processo di tempo si trovò aver fermato il piede nell'arte e con buona
openione dell'universale in grandissima aspettazione. Tornato dunque
alla patria, già uomo di ventisei anni, vi si fermò per alquanti mesi
dando bonissimo saggio del saper suo; perciò che fece la prima
tavola della Madonna nel Duomo, dentrovi, oltre la Vergine, San
Crescenzio e San Vitale, all'altare di Santa Croce, dove è un Angeletto
sedente in terra, che suona la viola con grazia veramente angelica e
con semplicità fanciullesca, condotta con arte e giudizio. Appresso