Page 901 - Giorgio Vasari
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Essendogli morta la prima moglie in Pisa, se n'andò a Carrara e qui
               standosi a lavorare alcune cose, prese un'altra donna, colla quale non
               molto dopo se n'andò a Genoa, dove, stando a' servigii del Principe
               Doria,  fece  di  marmo  sopra  la  porta  del  suo  palazzo  un'arme
               bellissima e per tutto il palazzo molti ornamenti di stucchi, secondo

               che  da  Perino  del  Vaga  pittore  gli  erano  ordinati;  fecevi  anco  un
               bellissimo ritratto di marmo di Carlo V imperatore. Ma perché Silvio
               per suo natural costume non dimorava mai lungo tempo in un luogo,

               né aveva fermezza, increscendogli lo stare troppo bene in Genova, si
               mise in cammino per andare in Francia, ma partitosi prima che fusse
               al Monsanese tornò indietro e, fermatosi in Milano, lavorò nel Duomo
               alcune  storie  e  figure  e  molti  ornamenti  con  sua  molta  lode.  E
               finalmente vi si morì d'età d'anni quarantacinque.

               Fu costui di bello ingegno, capriccioso e molto destro in ogni cosa e

               persona  che  seppe  condurre  con  molta  diligenza  qualunche  cosa  si
               metteva  fra  mano;  si  dilettò  di  comporre  sonetti  e  di  cantare
               all'improvviso,  e  nella  sua  prima  giovanezza  attese  all'armi.  Ma  se
               egli avesse fermo il pensiero alla scultura et al disegno, non arebbe

               avuto pari; e come passò Andrea Ferruzzi suo maestro, così arebbe
               ancora, vivendo, passato molti altri ch'hanno avuto nome d'eccellenti
               maestri.

               Fiorì  ne'  medesimi  tempi  d'Andrea  e  di  Silvio  un  altro  scultore
               fiesolano, detto il Cicilia, il quale fu persona molto pratica; vedesi di
               sua mano nella chiesa di San Iacopo in campo Corbolini di Fiorenza la

               sepoltura  di  Messer  Luigi  Tornabuoni  cavaliere,  la  quale  è  molto
               lodata  e  massimamente  per  avere  egli  fatto  lo  scudo  dell'arme  di
               quel cavaliere nella testa d'un cavallo, quasi per mostrare, secondo
               gl'antichi, che dalla testa del cavallo fu primieramente tolta la forma

               degli scudi. Ne' medesimi tempi ancora Antonio da Carrara, scultore
               rarissimo, fece in Palermo al Duca di Monte Lione, di casa Pignatella
               napoletano  e  viceré  di  Cicilia,  tre  statue,  cioè  tre  Nostre  Donne  in
               diversi  atti  e  maniere,  le  quali  furono  poste  sopra  tre  altari  nel

               Duomo di Monte Lione in Calabria. Fece al medesimo alcune storie di
               marmo che sono in Palermo. Di costui rimase un figliuolo, che è oggi
               scultore, anch'egli, e non meno eccellente che si fusse il padre.
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