Page 900 - Giorgio Vasari
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trofei per fine di quelle sepolture, ma rimasono imperfetti insieme
con altre cose per l'assedio di Firenze. Lavorò Silvio una sepoltura per
i Minerbetti nella loro cappella nel tramezzo della chiesa di Santa
Maria Novella, tanto bene quanto sia possibile, perché, oltre la cassa,
che è di bel garbo, vi sono intagliate alcune targhe, cimieri et altre
bizzarrie con tanto disegno quanto si possa in simile cosa desiderare.
Essendo Silvio a Pisa, l'anno MDXXVIII, vi fece un Angelo che
mancava sopra una colonna all'altare maggiore del Duomo, per
riscontro di quello del Tribolo, tanto simile al detto che non potrebbe
essere più quando fussero d'una medesima mano. Nella chiesa di
Monte Nero vicino a Livorno fece una tavoletta di marmo con due
figure ai frati Ingesuati; et in Volterra fece la sepoltura di Messer
Raffaello Volaterrano, uomo dottissimo, nella quale lo ritrasse di
naturale sopra una cassa di marmo con alcuni ornamenti e figure.
Essendo poi mentre era l'assedio intorno a Firenze, Niccolò Caponi
onoratissimo cittadino, morto in Castel Nuovo della Garfagnana nel
ritornare da Genoa, dove era stato ambasciatore della sua republica
all'imperatore, fu mandato con molta fretta Silvio a formarne la testa,
perché poi ne facesse una di marmo, sì come n'aveva condotto una di
cera bellissima. E perché abitò Silvio qualche tempo con tutta la
famiglia in Pisa, essendo della Compagnia della Misericordia, che in
quella città accompagna i condannati alla morte insino al luogo della
iustizia, gli venne una volta capriccio, essendo sagrestano, della più
strana cosa del mondo. Trasse una notte il corpo d'uno, che era stato
impiccato il giorno inanzi, della sepoltura, e dopo averne fatto
notomia per conto dell'arte, come capriccioso e forse maliastro e
persona che prestava fede agl'incanti e simili sciocchezze, lo scorticò
tutto, et acconciata la pelle, secondo che gl'era stato insegnato, se
ne fece, pensando che avesse qualche gran virtù, un coietto, e quello
portò per alcun tempo sopra la camicia, senza che nessuno lo
sapesse già mai. Ma essendone una volta sgridato da un buon padre,
a cui confessò la cosa, si trasse costui di dosso il coietto e, secondo
che dal frate gli fu imposto, lo ripose in una sepoltura. Molte altre
simili cose si potrebbono raccontare di costui, ma non facendo al
proposito della nostra storia si passono con silenzio.