Page 889 - Giorgio Vasari
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sarebbe stata se questa scala non fusse riuscita malagevole e troppo
ritta, essendo che si poteva far più dolce, come si sono fatte al tempo
del Duca Cosimo, nel medesimo spazio di larghezza e non più, le
scale nuove fatte da Giorgio Vasari, dirimpetto a questa del Cronaca,
le quali sono tanto dolci et agevoli che è quasi il salirle come andare
per piano. E ciò è stato opera del detto signor Duca Cosimo, il quale,
come è in tutte le cose e nel governo de' suoi popoli di felicissimo
ingegno e di grandissimo giudizio, non perdona né a spesa, né a cosa
veruna, perché tutte le fortificazioni et edificii publici e privati
corrispondino alla grandezza del suo animo e siano non meno belli
che utili, né meno utili che belli. Considerando dunque Sua Eccellenza
che il corpo di questa sala è il maggiore e più magnifico e più bello di
tutta Europa, si è risoluta, in quelle parti che sono difettose,
d'acconciarla et in tutte l'altre col disegno et opera di Giorgio Vasari
aretino farla ornatissima sopra tutti gl'edifizii d'Italia; e così, alzata la
grandezza delle mura sopra il vecchio dodici braccia, di maniera che è
alta, dal pavimento al palco, braccia trentadua, si sono ristaurati i
cavalli fatti dal Cronaca, che reggono il tetto, e rimessi in alto con
nuovo ordine e rifatto il palco vecchio che era ordinario e semplice e
non ben degno di quella sala, con vario spartimento, ricco di cornici,
pieno d'intagli e tutto messo d'oro, con trentanove tavole di pitture in
quadri, tondi et ottangoli, la maggior parte de' quali sono di nove
braccia l'uno et alcuni maggiori, con istorie di pitture a olio, di figure,
di sette o otto braccia le maggiori. Nelle quali storie, cominciandosi
dal primo principio, sono gl'accrescimenti e gl'onori, le vittorie e tutti i
fatti egregii della città di Fiorenza e del dominio; e particolarmente la
guerra di Pisa e di Siena con una infinità d'altre cose, che troppo sarei
lungo a raccontarle. E si è lasciato conveniente spazio di sessanta
braccia per ciascuna delle facciate dalle bande, per fare in ciascuna
tre storie che corrispondino al palco quanto tiene lo spazio di sette
quadri da ciascun lato che trattano delle guerre di Pisa e di Siena. I
quali spartimenti delle facciate sono tanto grandi che non si sono
anco veduti maggiori spazii per fare istorie di pitture, né dagl'antichi,
né dai moderni. E sono i detti spartimenti ornati di pietre
grandissime, le quali si congiungono alle teste della sala, dove da
una parte, cioè verso tramontana, ha fatto finire il signor Duca,