Page 886 - Giorgio Vasari
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loro danari erano fraccidi e putivano. Fu persona buona e religiosa,
               ma  di  cervello  fantastico  et  ostinato:  né  volendo  mai  partirsi  di
               Firenze, per offerte che gli fussero fatte, in quella visse e morì. Ho di
               costui voluto fare questa memoria, perché invero nell'esercizio suo fu
               singolare  e  non  ha  mai  avuto,  né  averà  pari,  come  si  può

               particolarmente vedere ne' ferri e nelle bellissime lumiere di questo
               palazzo  degli  Strozzi,  il  quale  fu  condotto  a  fine  dal  Cronaca  et
               adornato  d'un  ricchissimo  cortile  d'ordine  corinzio  e  dorico  con

               ornamenti di colonne, capitelli, cornici, fenestre e porte bellissime. E
               se  a  qualcuno  paresse  che  il  didentro  di  questo  palazzo  non
               corrispondesse  al  difuori,  sappia  che  la  colpa  non  è  del  Cronaca,
               perciò  che  fu  forzato  accommodarsi  dentro  al  guscio  principiato  da
               altri  e  seguitare  in  gran  parte  quello  che  da  altri  era  stato  messo

               inanzi,  e  non  fu  poco  che  lo  riducesse  a  tanta  bellezza,  quanta  è
               quella che vi si vede. Il medesimo si risponde a coloro che dicessino
               che la salita delle scale non è dolce, né di giusta misura, ma troppo

               erta  e  repente;  e  così  anco  a  chi  dicesse  che  le  stanze  e  gl'altri
               apartamenti  di  dentro  non  corrispondessino,  come  si  è  detto,  alla
               grandezza  e  magnificenza  di  fuori.  Ma  non  perciò  sarà  mai  tenuto
               questo  palazzo,  se  non  veramente  magnifico  e  pari  a  qualsivoglia
               privata fabrica, che sia stata in Italia a' nostri tempi edificata. Onde

               meritò e merita il Cronaca, per questa opera, infinita comendazione.

               Fece il medesimo la sagrestia di Santo Spirito in Fiorenza, che è un
               tempio  a  otto  facce,  con  bella  proporzione  e  condotto  molto
               pulitamente.  E  fra  l'altre  cose,  che  in  questa  opera  si  veggiono,  vi
               sono  alcuni  capitelli  condotti  dalla  felice  mano  d'Andrea  dal  Monte

               Sansovino, che sono lavorati con somma perfezzione. E similmente il
               ricetto della detta sagrestia, che è tenuto di bellissima invenzione, se
               bene il partimento come si dirà non è su le colonne ben partito. Fece
               anco  il  medesimo  la  chiesa  di  S.  Francesco  dell'Osservanza  in  sul

               poggio di San Miniato fuor di Firenze e similmente tutto il convento
               de'  frati  de'  Servi,  che  è  cosa  molto  lodata.  Ne'  medesimi  tempi,
               dovendosi  fare,  per  consiglio  di  fra'  Ieronimo  Savonarola,  allora
               famosissimo predicatore, la gran sala del Consiglio nel palazzo della

               Signoria  di  Firenze,  ne  fu  preso  parere  con  Lionardo  da  Vinci,
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