Page 887 - Giorgio Vasari
P. 887
Michelagnolo Buonaroti, ancora che giovanetto, Giuliano da San
Gallo, Baccio d'Agnolo e Simone del Pollaiuolo detto il Cronaca, il
quale era molto amico e divoto del Savonarola. Costoro dunque, dopo
molte dispute, dettono ordine d'accordo che la sala si facesse in quel
modo ch'ell'è poi stata sempre insino che ella si è ai giorni nostri
quasi rinovata, come si è detto e si dirà in altro luogo. E di tutta
l'opera fu dato il carico al Cronaca, come ingegnoso et anco come
amico di fra' Girolamo detto, et egli la condusse con molta prestezza
e diligenza e particolarmente mostrò bellissimo ingegno nel fare il
tetto, per essere l'edifizio grandissimo per tutti i versi. Fece dunque
l'asticciuola del cavallo, che è lunga braccia trentotto da muro a
muro, di più travi commesse insieme, augnate et incatenate
benissimo, per non esser possibile trovar legni a proposito di tanta
grandezza e dove gl'altri cavalli hanno un monaco solo, tutti quelli di
questa sala n'hanno tre per ciascuno, uno grande nel mezzo et uno
da ciascun lato, minori. Gl'arcali sono lunghi a proporzione e così i
puntoni di ciascun monaco, né tacerò che i puntoni de' monaci minori
pontano dal lato verso il muro nell'arcale e verso il mezzo nel
puntone del monaco maggiore.
Ho voluto raccontare in che modo stanno questi cavalli, perché furono
fatti con bella considerazione et io ho veduto disegnargli da molti, per
mandare in diversi luoghi. Tirati su questi così fatti cavalli e posti
l'uno lontano dall'altro sei braccia e posto similmente in brevissimo
tempo il tetto, fu fatto dal Cronaca conficcare il palco, il quale allora
fu fatto di legname semplice e compartito a quadri, de' quali ciascuno
per ogni verso era braccia quattro, con ricignimento a torno di cornice
e pochi membri; e, tanto quanto erano grosse le travi, fu fatto un
piano che rigirava intorno ai quadri et a tutta l'opera, con borchioni in
su le crociere e cantonate di tutto il palco. E perché le due testate di
questa sala, una per ciascun lato, erano fuor di squadra otto braccia,
non presono, come arebbono potuto fare, risoluzione d'ingrossare le
mura per ridurla in isquadra, ma seguitarono le mura eguali insino al
tetto, con fare tre finestre grandi per ciascuna delle facciate delle
teste. Ma, finito il tutto, riuscendo loro questa sala per la sua
straordinaria grandezza cieca di lumi e, rispetto al corpo così lungo e