Page 893 - Giorgio Vasari
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ancora che avessero molte richieste da mercanti e da altri in Ispagna
et in Ungheria, non vollono mai, né per promesse, né per danari
privarsi delle dolcezze della patria, nella quale avevano da lavorare
più che non potevano. Uno di questi fu Antonio del Ceraiuolo
fiorentino, il quale essendo molti anni stato con Lorenzo di Credi
aveva da lui particolarmente imparato a ritrarre tanto bene di
naturale, che con facilità grandissima faceva i suoi ritratti similissimi
al naturale, ancor che in altro non avesse molto disegno. Et io ho
veduto alcune teste di sua mano ritratte dal vivo che, ancor che
abbiano, verbi grazia, il naso torto, un labro piccolo et un grande et
altre sì fatte disformità, somigliano nondimeno il naturale, per aver
egli ben preso l'aria di colui. Là dove per contrario molti eccellenti
maestri hanno fatto pitture e ritratti di tutta perfezzione in quanto
all'arte, ma non somigliano, né poco, né assai colui per cui sono stati
fatti. E per dire il vero chi fa ritratti, dee ingegnarsi, senza guardare a
quello che si richiede in una perfetta figura, fare che somiglino colui
per cui si fanno. Ma quando somigliano e sono anco belli allora si
possono dir opere singolari e gl'artefici loro eccellentissimi. Questo
Antonio dunque, oltre a molti ritratti fece molte tavole per Firenze,
ma farò solamente, per brevità, menzione di due che sono una in San
Jacopo tra' Fossi al canto agl'Alberti, nella quale fece un Crocifisso con
Santa Maria Madalena e San Francesco; nell'altra, che è nella
Nunziata, è un San Michele che pesa l'anime.
L'altro dei due sopra detti fu Domenico Puligo, il quale fu di tutti
gl'altri sopra nominati più eccellente nel disegno e più vago e
grazioso nel colorito. Costui dunque, considerando che il suo
dipignere con dolcezza senza tignere l'opere o dar loro crudezza, ma
che il fare a poco a poco sfuggire i lontani, come velati da una certa
nebbia, dava rilievo e grazia alle sue pitture, e che se bene i contorni
delle figure che faceva si andavano perdendo, in modo che
occultando gl'errori non si potevano vedere ne' fondi dove erano
terminate le figure; che nondimeno il suo colorire e la bell'aria delle
teste facevano piacere l'opere sue; tenne sempre il medesimo modo
di fare e la medesima maniera che lo fece essere in pregio mentre
che visse. Ma lasciando da canto il far memoria de' quadri e de'