Page 834 - Giorgio Vasari
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Fu adoprato nello assedio per le fortificazioni e bastioni dentro alla
città, et ebbe a cotale impresa per compagnia Francesco, suo nipote.
Dopo, essendo stato messo in opera il gigante di piazza, di mano di
Michelagnolo, al tempo di Giuliano fratello di esso Antonio, e
dovendovisi condurre quel[l'] altro che aveva fatto Baccio Bandinelli,
fu data la cura ad Antonio di condurvelo a salvamento; et egli, tolto
in sua compagnia Baccio d'Agnolo, con ingegni molto gagliardi lo
condusse e posò salvo in su quella base che a questo effetto si era
ordinata. In ultimo, essendo egli già vecchio divenuto, non si
dilettava d'altro che dell'agricoltura, nella quale era intelligentissimo.
Laonde, quando più non poteva per la vecchiaia patire gli incomodi
del mondo, l'anno 1534 rese l'anima a Dio, et insieme con Giuliano
suo fratello nella chiesa di Santa Maria Novella, nella sepoltura de'
Giamberti, gli fu dato riposo.
Le opere maravigliose di questi duoi fratelli faranno fede al mondo
dello ingegno mirabile che egli ebbono e della vita e costumi onorati
e delle azzioni loro, avute in pregio da tutto il mondo. Lasciarono
Giuliano et Antonio ereditaria l'arte dell'architettura dei modi
dell'architetture toscane, con miglior forma che gli altri fatto non
avevano, e l'ordine dorico con miglior misure e proporzione che alla
vitruviana opinione e regola prima non s'era usato di fare.
Condussero in Fiorenza nelle lor case una infinità di cose antiche di
marmo bellissime che non meno ornarono et ornano Fiorenza
ch'eglino ornassero sé et onorassero l'arte. Portò Giuliano da Roma il
gettare le volte di materie che venissero intagliate; come in casa sua
ne fa fede una camera et al Poggio a Caiano nella sala grande la
volta che vi si vede ora; onde obligo si debbe avere alle fatiche sue
avendo fortificato il dominio fiorentino et ornata la città, e per tanti
paesi dove lavorarono dato nome a Fiorenza et agli ingegni toscani,
che per onorata memoria hanno fatto loro questi versi:
Cedite Romani structores, cedite Grai,
artis Vitruvi tu quoque cede parens.
Hetruscos celebrate viros, testudinis arcus,