Page 832 - Giorgio Vasari
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gli sarebbe amorevole. Giuliano dunque, baciatogli il santo piede, se
               ne tornò a Fiorenza in quel tempo a punto che Pisa era circondata et
               assediata dall'esercito fiorentino; onde non sì tosto fu arrivato, che
               Piero Soderini, dopo l'accoglienze, lo mandò in campo ai comissarii, i
               quali  non  potevano  riparare  che  i  Pisani  non  mettessino  per  Arno

               vettovaglie in Pisa. Giuliano dunque, disegnato che a tempo migliore
               si facesse un ponte in sulle barche, se ne tornò a Fiorenza, e venuta
               la primavera, menando seco Antonio suo fratello, se n'andò a Pisa,

               dove condussero un ponte che fu cosa molto ingegnosa, perché, oltre
               che alzandosi et abbassandosi si difendeva dalle piene e stava saldo,
               essendo bene incatenato, fece di maniera quello che i commessarii
               disideravano, assediando Pisa dalla parte d'Arno verso la marina che
               furono  forzati  i  Pisani,  non  avendo  più  rimedio  al  mal  loro,  a  fare

               accordo  coi  Fiorentini  e  così  si  resero.  Né  passò  molto  che  il
               medesimo Piero Soderini mandò di nuovo Giuliano a Pisa con infinito
               numero  di  maestri,  dove  con  celerità  straordinaria  fabbricò  la

               fortezza,  che  è  oggi  alla  porta  a  San  Marco;  è  la  detta  porta  di
               componimento dorico. E mentre che Giuliano continuò questo lavoro
               che  fu  insino  all'anno  1512,  Antonio  andò  per  tutto  il  dominio  a
               rivedere e restaurare le fortezze et altre fabbriche pubbliche. Essendo
               poi  col  favore  di  esso  papa  Giulio  stata  rimessa  in  Fiorenza  et  in

               governo  la  casa  de'  Medici,  onde  ella  era  nella  venuta  in  Italia  di
               Carlo Ottavo, re di Francia, stata cacciata, e stato cavato di palazzo
               Piero  Soderini,  fu  riconosciuta  dai  Medici  la  servitù  che  Giuliano  et

               Antonio  avevano  ne'  tempi  a  dietro  avuta  con  quella  illustrissima
               Casa. Et assunto non molto dopo la morte di Giulio Secondo Giovanni
               cardinale de' Medici, fu forzato di nuovo Giuliano a trasferirsi a Roma,
               dove,  morto  non  molto  dopo  Bramante,  fu  voluta  dar  la  cura  della
               fabbrica di San Piero a Giuliano, ma essendo egli macero dalle fatiche

               et abbattuto dalla vecchiezza e da un male di pietra che lo cruciava,
               con  licenzia  di  Sua  Santità  se  ne  tornò  a  Fiorenza  e  quel  carico  fu
               dato al graziosissimo Raffaello da Urbino. E Giuliano passati due anni

               fu in modo stretto da quel suo male che si morì d'anni 74 l'anno 1517,
               lasciando il nome al mondo, il corpo alla terra e l'animo a Dio.

               Lasciò  nella  sua  partita  dolentissimo  Antonio,  che  teneramente
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