Page 811 - Giorgio Vasari
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del Maestro; et alla chiesa della congregazione de' Preti di San
Martino fece una tavola della Visitazione, molto lodata. Fu condotto
al convento de la Quercia fuori di Viterbo e quivi, poi che ebbe
cominciata una tavola, gli venne volontà di veder Roma, e così in
quella condottosi lavorò e finì, a frate Mariano Fetti a S. Salvestro di
Monte Cavallo alla cappella sua, una tavola a olio con San Domenico,
Santa Caterina da Siena che Cristo la sposa, con la Nostra Donna, con
delicata maniera. Et alla Quercia ritornato, dove aveva alcuni amori,
ai quali, per lo desiderio del non gli avere posseduti, mentre che
stette a Roma, volse mostrare ch'era ne la giostra valente, per che
fece l'ultimo sforzo; e come quel che non era né molto giovane né
valoroso in così fatte imprese, fu sforzato mettersi nel letto. Di che,
dando la colpa all'aria di quel luogo, si fé portare a Fiorenza in ceste.
E non gli valsero aiuti né ristori, che di quel male si morì in pochi
giorni d'età d'anni 45, et in San Pier Maggiore di quella città fu
sepolto.
De' disegni di mano di costui ne sono nel nostro libro di penna e di
chiaro e scuro alcuni molto buoni e particolarmente una scala a
chiocciola difficile molto, che bene l'intendea, tirata in prospettiva.
Ebbe Mariotto molti discepoli fra' quali fu Giuliano Bugiardini, il
Francia Bigio, fiorentini, et Innocenzio da Imola, de' quali a suo luogo
si parlerà. Parimente Visino pittor fiorentino fu suo discepolo e
migliore di tutti questi per disegno, colorito e diligenzia e per una
miglior maniera, che mostrò nelle cose che e' fece, condotte con
molta diligenza. Et ancor che in Fiorenzia ne siano poche, ciò si può
vedere oggi in casa di Giovambattista di Agnol Doni in un quadro
d'una spera colorito a olio a uso di minio, dove sono Adamo et Eva
ignudi che mangiano il pomo, cosa molto diligente; et un quadro d'un
Cristo deposto di croce insieme coi ladroni, dove è uno intrigamento
bene inteso di scale, quivi alcuni aiutano a dipor Cristo, et altri in
sulle spalle portono un ladrone alla sepoltura, con molte varie e
capricciose attitudini e varietà di figure atte a quel suggetto, le quale
mostrano che egli era valent'uomo; il medesimo fu da alcuni mercanti
fiorentini condotto in Ungheria dove fece molte opere e vi fu stimato
assai. Ma questo povero uomo fu per poco a rischio di capitarvi male,