Page 768 - Giorgio Vasari
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che dipignesse, non solo in Venezia, ma per tutto.
               Lavorò in Venezia nel suo principio molti quadri di Nostre Donne et

               altri ritratti di naturale, che sono e vivissimi e belli, come se ne vede
               ancora  tre  bellissime  teste  a  olio  di  sua  mano  nello  studio  del
               reverendissimo Grimani, patriarca d'Aquileia: una fatta per Davit (e
               per  quel  che  si  dice,  è  il  suo  ritratto)  con  una  zazzera,  come  si

               costumava in que' tempi in fino alle spalle, vivace e colorita, che par
               di carne: ha un braccio et il petto armato, col quale tiene la testa
               mozza di Golia. L'altra è una testona maggiore, ritratta di naturale,
               che tiene in mano una beretta rossa da comandatore, con un bavero

               di pelle, e sotto uno di que' saioni a l'antica: questo si pensa, che
               fusse fatto per un generale di esserciti. La terza è d'un putto, bella
               quanto si può fare con certi capelli a uso di velli, che fan conoscere
               l'eccellenza  di  Giorgione  e  non  meno  l'affezzione  del  grandissimo

               patriarca,  che  gli  ha  portato  sempre  a  la  virtù  sua,  tenendole
               carissime e meritamente. In Fiorenza è di man sua in casa de' figliuoli
               di Giovan Borgherini, il ritratto d'esso Giovanni quando era giovane in
               Venezia, e nel medesimo quadro il maestro che lo guidava, che non si

               può veder in due teste né miglior macchie di color di carne, né più
               bella  tinta  di  ombre.  In  casa  Anton  de'  Nobili  è  un'altra  testa  d'un
               capitano armato, molto vivace e pronta, di qual dicano esser un de'
               capitani, che Consalvo Ferrante menò seco a Venezia, quando visitò il

               doge Agostino Barberigo, nel qual tempo si dice, che ritrasse il gran
               Consalvo armato, che fu cosa rarissima e non si poteva vedere pittura
               più bella che quella, e che esso Consalvo se ne la portò seco. Fece
               Giorgione molti altri ritratti, che sono sparsi in molti luoghi per Italia

               bellissimi, come ne può far fede quello di Lionardo Loredano, fatto da
               Giorgione quando era doge, da me visto in mostra per un'Assensa,
               che mi parve veder vivo quel serenissimo principe, oltra che ne è uno
               in Faenza, in casa Giovanni da Castel Bolognese, intagliatore di camei

               e  cristalli,  ecc.,  che  è  fatto  per  il  suocero  suo,  lavoro  veramente
               divino, perché vi è una unione sfumata ne' colori, che pare di rilievo
               più che dipinto.

               Dilettossi molto del dipignere in fresco, e fra molte cose che fece, egli
               condusse tutta una facciata di Ca' Soranzo in su la piazza di San Polo.
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