Page 730 - Giorgio Vasari
P. 730

Lucia et un cenacolo; e Sebeto vi dipinse storie di S. Giovanni. Dopo

               tornati tutti e tre questi maestri in Verona, dipinsero insieme in casa
               de' conti Serenghi un par di nozze, con molti ritratti et abiti di que'
               tempi. Ma di tutte l'opere di Iacopo Avanzi fu tenuta la migliore; ma
               perché  di  lui  si  è  fatto  menzione  nella  vita  di  Niccolò  d'Arezzo  per

               l'opere  che  fece  in  Bologna  a  concorrenza  di  Simone,  Cristofano  e
               Galasso pittori, non ne dirò altro in questo luogo.

               In Venezia ne' medesimi tempi fu tenuto in pregio, se bene tenne la
               maniera greca, Iacobello de Flore, il qual in quella città fece opere
               assai, e particolarmente una tavola alle monache del Corpus Domini,

               che è posta nella lor chiesa all'altar di S. Domenico. Fu concorrente di
               costui  Giromin  Morzone,  che  dipinse  in  Vinezia  et  in  molte  città  di
               Lombardia assai cose, ma perché tenne la maniera vecchia e fece le
               sue figure in punta di piedi, non diremo di lui se non che è di sua

               mano una tavola nella chiesa di S. Lena all'altare dell'Assunzione, con
               molti Santi.

               Fu molto miglior maestro di costui Guariero pittor padovano, il quale,
               oltre  a  molte  altre  cose,  dipinse  la  cappella  maggiore  de'  frati
               Eremitani  di  S.  Agostino  in  Padoa  et  una  cappella  ai  medesimi  nel
               primo chiostro; un'altra cappelletta in casa Urbano prefetto, e la sala

               degl'imperadori romani, dove nel tempo di carnovale vanno gli scolari
               a danzare. Fece anco a fresco nella cappella del podestà, della città
               medesima, alcune storie del Testamento Vecchio.

               Giusto,  pittore  similmente  padovano,  fece  fuor  della  chiesa  del
               Vescovado  nella  cappella  di  S.  Giovanni  Batista,  non  solo  alcune

               storie del Vecchio e Nuovo Testamento, ma ancora le revelazioni de
               l'Apocalisse di S. Giovanni evangelista, e nella parte di sopra fece in
               un  Paradiso,  con  belle  considerazioni,  molti  cori  d'Angeli  et  altri
               ornamenti. Nella chiesa di S. Antonio lavorò a fresco la cappella di S.

               Luca,  e  nella  chiesa  degl'Eremitani  di  S.  Agostino  dipinse  in  una
               cappella l'arti liberali; et appresso a quelle le virtù et i vizii, e così
               coloro che per le virtù sono stati celebrati, come quelli che per i vizii
               sono in estrema miseria rovinati e nel profondo dell'Inferno. Lavorò

               anco in Padova, a' tempi di costui, Stefano pittore ferrarese, il quale,
               come altrove si è detto, ornò di varie pitture la cappella e l'arca, dove
   725   726   727   728   729   730   731   732   733   734   735