Page 697 - Giorgio Vasari
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bene inanzi, ma poi finita del tutto, essendo egli andato in Ispagna,
da altri pittori. Fece nel palazzo della Signoria la tavola della sala
dove stavano gl'Otto di pratica; et il disegno d'un'altra tavola grande
con l'ornamento per la sala del consiglio, il qual disegno, morendosi,
non cominciò altramente a mettere in opera, se bene fu intagliato
l'ornamento il quale è oggi appresso maestro Baccio Baldini
fiorentino, fisico eccellentissimo et amatore di tutte le virtù. Fece per
la chiesa della Badia di Firenze un S. Girolamo bellissimo. Cominciò ai
frati della Nunziata, per l'altar maggiore, un Deposto di croce; e finì le
figure dal mezzo in sù solamente, perché sopragiunto da febre
crudelissima e da quella strettezza di gola, che volgarmente si
chiama sprimanzia, in pochi giorni si morì, di quarantacinque anni.
Onde essendo sempre stato cortese, affabile e gentile, fu pianto da
tutti coloro che l'avevano conosciuto, e particolarmente dalla
gioventù di questa sua nobile città, che nelle feste pubbliche
mascherate et altri spettacoli si servì sempre con molta sodisfazione
dell'ingegno et invenzione di Filippo, che in così fatte cose non ha
avuto pari. Anzi fu tale in tutte le sue azzioni, che ricoperse la
macchia (qualunche ella si sia) lasciatagli dal padre. La ricoprì dico,
non pure con l'eccellenza della sua arte nella quale non fu ne' suoi
tempi inferiore a nessuno, ma con vivere modesto e civile, e sopra
tutto con l'esser cortese et amorevole; la qual virtù quanto abbia
forza e potere in conciliarsi gl'animi universalmente di tutte le
persone, coloro il sanno solamente, che l'hanno provato e provano.
Ebbe Filippo dai figliuoli suoi sepoltura in S. Michele Bisdomini a' dì 13
aprile MDV. E mentre si portava a sepellire si serrarono tutte le
botteghe nella via de' Servi, come nell'essequie de' principi uomini si
suol fare alcuna volta. Furono discepoli di Filippo, ma non lo
pareggiarono, a gran pezzo, Raffaellino del Garbo che fece, come si
dirà al luogo suo, molte cose, se bene non confermò l'openione e
speranza che di lui si ebbe vivendo Filippo et essendo esso Raffaellino
ancor giovanetto. E però non sempre sono i frutti simili ai fiori che si
veggiono nella primavera. Non riuscì anco molto valente Niccolò
Zoccolo, o come altri lo chiamarono, Niccolò Cartoni il quale fu
similmente discepolo di Filippo e fece in Arezzo la facciata che è