Page 659 - Giorgio Vasari
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Alla Compagnia di S. Angelo in Arezzo fece da un lato un Crucifisso e
               dall'altro in sul drappo a olio un S. Michele che combatte col serpe,

               tanto bello, quanto cosa che di sua mano si possa vedere; perché v'è
               la  figura  del  S.  Michele  che  con  una  bravura  affronta  il  serpente,
               stringendo  i  denti  et  increspando  le  ciglia,  che  veramente  pare
               disceso  dal  cielo  per  far  la  vendetta  di  Dio  contra  la  superbia  di

               Lucifero, et è certo cosa maravigliosa. Egli s'intese degli ignudi più
               modernamente che fatto non avevano gl'altri maestri inanzi a lui, e
               scorticò molti uomini, per vedere la notomia lor sotto. E fu primo a
               mostrare  il  modo  di  cercar  i  muscoli  che  avessero  forma  et  ordine

               nelle figure; e di quegli tutti, cinti d'una catena, intagliò in rame una
               battaglia, e dopo quella fece altre stampe con molto migliore intaglio
               che non avevano fatto gl'altri maestri ch'erano stati inanzi a lui. Per
               queste cagioni, adunque, venuto famoso in fra gl'artefici, morto papa

               Sisto IV fu da Innocenzio suo successore condotto a Roma, dove fece
               di metallo la sepoltura di detto Innocenzio, nella quale lo ritrasse di
               naturale  a  sedere,  nella  maniera  che  stava  quando  dava  la
               benedizzione, che fu posta in San Pietro. E quella di papa Sisto detto,

               la  quale  finita  con  grandissima  spesa,  fu  collocata  questa  nella
               cappella  che  si  chiama  dal  nome  di  detto  pontefice,  con  ricco
               ornamento e tutta isolata; e sopra essa è a giacere esso Papa molto
               ben fatto e quella [di] Innocenzio in S. Pietro, accanto alla capella

               dov'è la lancia di Cristo. Dicesi che disegnò il medesimo la fabbrica
               del  palazzo  di  Belvedere,  per  detto  Papa  Innocenzio,  se  bene  fu
               condotta  da  altri,  per  non  aver  egli  molta  pratica  di  murare.
               Finalmente,  essendo  fatti  ricchi  morirono  poco  l'uno  dopo  l'altro,

               amendue questi fratelli, nel 1498, e da' parenti ebbero sepoltura in S.
               Piero in Vincula. Et in memoria loro, allato alla porta di mezzo, a man
               sinistra  entrando  in  chiesa,  furono  ritratti  ambidue  in  due  tondi  di
               marmo con questo epitaffio:



               Antonius Pullarius, patria Florentinus, pictor insignis,

               qui duorum Pontificum Xisti et Innocentii

               aerea monimenta miro opificio
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