Page 639 - Giorgio Vasari
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VITA DI GHERARDO MINIATORE FIORENTINO



               Veramente  che  di  tutte  le  cose  perpetue  che  si  fanno  con  colori
               nessuna più resta alle percosse de' venti e dell'acque, che il musaico;
               e  ben  lo  conobbe  in  Fiorenza  ne'  tempi  suoi  Lorenzo  Vecchio  de'
               Medici, il quale come persona di spirito e speculatore delle memorie

               antiche,  cercò  di  rimettere  in  uso  quello  che  molti  anni  era  stato
               nascoso;  e  perché  grandemente  si  dilettava  delle  pitture  e  delle
               sculture,  non  potette  anco  non  dilettarsi  del  musaico.  Laonde,
               veggendo che Gherardo allora miniatore e cervello soffistico cercava

               le difficultà di tal magistero, come persona che sempre aiutò quelle
               persone in chi vedeva qualche seme e principio di spirito e d'ingegno,
               lo favorì grandemente; onde, messolo in compagnia di Domenico del
               Ghirlandaio, gli fece fare dagl'Operai di S. Maria del Fiore, allogazione

               delle cappelle delle crociere, e per la prima di quella del Sagramento,
               dove  è  il  corpo  di  S.  Zanobi.  Per  lo  ché  Gherardo  assottigliando
               l'ingegno arebbe fatto con Domenico mirabilissime cose se la morte
               non vi si fusse interposta, come si può giudicare dal principio della

               detta cappella che rimase imperfetta.
               Fu  Gherardo  oltre  al  musaico  gentilissimo  miniatore  e  fece  anco

               figure  grandi  in  muro:  e  fuor  della  porta  alla  Croce  è  in  fresco  un
               tabernacolo di sua mano, et un altro n'è in Fiorenza a sommo della
               via Larga molto lodato, e nella facciata della chiesa di S. Gilio a S.

               Maria  Nuova  dipinse  sotto  le  storie  di  Lorenzo  di  Bicci,  dove  è  la
               consegrazione di quella chiesa fatta da papa Martino Quinto, quando
               il  medesimo  Papa  dà  l'abito  allo  spedalingo  e  molti  privilegii;  nella
               quale  storia  erano  molto  meno  figure  di  quello  che  pareva  ch'ella
               richiedesse, per essere tramezzate da un tabernacolo dentro al quale

               era una Nostra Donna che ultimamente è stata levata da don Isidoro
               Montaguto, moderno spedalingo di quel luogo, per rifarvi una porta
               principale  della  casa,  e  statovi  fatto  ridipignere  da  Francesco  Brini,

               pittore fiorentino giovane, il restante di quella storia. Ma per tornare
               a  Gherardo,  non  sarebbe  quasi  stato  possibile  che  un  maestro  ben
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